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A cura di Ferruccio Bovio
Tra i primi provvedimenti urgenti appena firmati dal neopresidente americano, Donal Trump, figura anche un ordine esecutivo che sancisce l’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il tycoon ha motivato la sua decisione criticando quella che – a suo parere – è stata una cattiva gestione della pandemia nata in Cina, unitamente “all’incapacità di dimostrare indipendenza dai condizionamenti politici inopportuni di alcuni Stati membri”. Ed il riferimento, in questo caso, era diretto, in modo abbastanza chiaro al gigante asiatico.
Inoltre, l’Oms sarebbe anche colpevole di avere ingiustamente approfittato della usuale generosità di Washington, chiedendole finanziamenti sempre eccessivamente onerosi.
È in effetti, è giusto ricordare che gli Stati Uniti hanno rappresentato – almeno fino a ieri – il principale donatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, coprendo una quota del il 16 % del finanziamento totale, corrispondente alla cifra di 1,284 milioni di dollari nel periodo 2022-2023. Nasce, quindi, adesso il rischio più che concreto che, senza il contributo degli Americani, l’OMS venga a trovarsi nell’impossibilità di rispondere alle emergenze sanitarie a livello globale, dovendo, tra l’altro, a questo punto, procedere (con ogni probabilità) anche ad una riduzione del suo personale scientifico.
C’è da dire, inoltre, che l’impennata di Donald Trump ha finito per avere immediate ripercussioni anche nel nostro Paese, visto che due senatori della Lega – e cioè, gli immancabili Borghi e Bagnai, vecchi fautori dell’uscita dell’Italia dall’euro e, più o meno, da tutto quello da cui è umanamente possibile uscire – hanno prontamente depositato in Senato un disegno di legge affinché anche il Bel Paese lasci l’OMS, etichettata come “un carrozzone che aiuta solo quelli che ci lavorano”. Peccato che, sul nostro territorio, siano presenti numerosi centri dell’Organizzazione, tutti impegnati in importanti attività di ricerca, di monitoraggio e di elaborazione dati. Ed è proprio il lavoro di questi nuclei scientifici – inseriti in un circuito internazionale che ne annovera quasi ottocento – a facilitare il conseguimento di risultati che, altrimenti, sarebbero irraggiungibili, vanificando, in tal modo, ogni tentativo di coordinare una politica finalizzata alla salute globale.
L’agenzia delle Nazioni Unite è nata nel 1948, coinvolge oggi 194 Stati membri ed ha un raggio d’azione ampio e virtuosamente umanitario, poiché promuove la salute anche nelle aree più povere del Pianeta, dove agisce attraverso campagne di prevenzione e di informazione per la popolazione, cercando di evitare la propagazione di focolai di malattie infettive e, più in generale, di emergenze sanitarie.
Cerchiamo, quindi, di ignorare (per non indispettirci troppo) le voci di coloro che, proprio nel periodo della pandemia, sposarono – lancia in resta – tutte le più confuse teorie complottiste e negazioniste, nell’astruso tentativo di intralciare ogni provvedimento che comportasse azioni rapide ed efficaci di contrasto al virus.
Insomma, volevano uscire dall’euro e dall’Unione europea e, visto che non ci sono riusciti, adesso si accontenterebbero di uscire almeno dall’OMS. A noi spiace solo che non vogliano invece uscire, una volta per tutte, dal Parlamento.
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
26 Gennaio 2025
Scritto da: Giornale Radio
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