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Malumori sotto il Ponte

today2 Novembre 2025

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Scritto da Giornale Radio

A cura di Ferruccio Bovio

Vogliamo evitare – anche se, in verità, un minimo di tentazione ci sarebbe – di considerare l’intervento della Corte dei Conti sul Ponte di Messina come una sorta di bomba ad orologeria, il cui timer era stato posizionato proprio sulla data in cui il Senato avrebbe dato il via libera definitivo alla Riforma Nordio. Si sarà, senz’altro, trattato di una banalissima coincidenza, anche se resta il fatto che, comunque, i magistrati contabili hanno stoppato una grande opera per la quale era ormai tutto pronto, ignorando, tra le altre, anche le aspettative di migliaia di lavoratori che il cuore su questo travagliato Ponte lo avevano già messo sul serio, facendo affidamento, per se stessi e per le loro famiglie, su stipendi garantiti per diversi anni.
Nel bocciare la delibera Cipess del 6 agosto che avrebbe segnato l’avvio operativo per il Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti ha, pertanto, deciso di fermare un progetto strategico già approvato da Parlamento, Governo e organi tecnici, pur nella consapevolezza – almeno si spera – di bloccare non soltanto la realizzazione di una straordinaria sfida ingegneristica, ma anche un’importante opportunità di sviluppo per l’intero Mezzogiorno. Aveva davvero il potere di farlo? In Italia si, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa, dove – si vedano gli esempi di Francia, Germania e degli altri principali Paesi continentali – alle magistrature contabili vengono assegnate esclusivamente funzioni di revisione ed eventuali responsabilità ex post. Solo da noi la Corte può intervenire ex ante, inibendo così l’attuazione di decisioni politiche già deliberate e solo in Italia può, quindi, esercitare un controllo preventivo che non ha eguali nelle altre Nazioni europee.
Del resto, di questa nostrana anomalia funzionale ne erano certamente già consapevoli i membri della Commissione Bilaterale per le Riforme Costituzionali presieduta da quel “bieco reazionario” di Massimo d’Alema, che, alla fine degli Anni 90, avevano addirittura concepito la soppressione della Corte dei Conti, distribuendo le sue funzioni giurisdizionali al Consiglio di Stato e quelle consultive all’Avvocatura dello Stato. E si trattava di una chiara presa di coscienza circa l’incompatibilità sussistente tra controllo preventivo e responsabilità politica. Poi, ovviamente, come di tante altre riforme italiane, non se ne fece più niente.
In conclusione, ci pare che la Corte dei Conti vada profondamente riveduta, secondo criteri conformi alle esigenze del nostro tempo. Con ciò non intendiamo certo dire che i controlli non debbano rimanere puntigliosi e severi: tuttavia, bisogna assolutamente fare in modo che non possano più aprioristicamente frustare l’azione governativa. In altre parole, il controllo di legalità è una cosa, mentre l’interferenza sulla volontà politica è un’altra.

Fonte della Foto:  Ponte di messina CC BY-SA 3.0

02 Novembre 2025

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