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Non solo Gaza: c’è anche un’altra Striscia ad alta tensione

today3 Marzo 2024

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A cura di Ferruccio Bovio

Come era esteso il territorio che costituiva l’Unione Sovietica e da quante popolazioni era abitato…Una miriade di repubbliche, città, fiumi ed etnie che, in tutta sincerità, a noi hanno sempre fatto – e fanno ancora  – perdere l’orientamento sulla carta geografica. Tuttavia, si tratta di nomi – spesso quasi impronunciabili –  che, soprattutto a partire dalla dissoluzione dell’impero comunista, hanno cominciato ad imporsi all’attenzione sia dei media, che delle cancellerie occidentali.

Che cosa è, ad esempio, la Transnistria, dove si trova e perché è oggi divenuta un tema al centro di tante analisi geo politiche?

Cominciamo col dire che la Transnistria è una striscia di terra posta tra la Moldavia (cui ufficialmente appartiene ancora, nonostante se ne sia staccata, nel 1990, rivendicando la propria indipendenza)  e l’Ucraina. La comunità internazionale non la riconosce e, pertanto, il governo separatista che la guida è, di fatto, sostenuto – sia a livello politico / economico, che militare – dalla Federazione Russa che, non a caso, vi mantiene, permanentemente, di stanza circa 1.500 soldati. Inoltre, nel 2006, un referendum sull’indipendenza  ha visto nuovamente  prevalere la richiesta di indipendenza, invocando addirittura un’unione con la Russia stessa.

Come appena detto, il distacco dalla Moldavia è avvenuto nel 1990, dopo che il governo di Chisinau – alzi la mano chi già conosceva questa Capitale – aveva imposto il moldavo come lingua ufficiale in sostituzione del russo che è l’idioma più diffuso in Transnistria. Fu in quella circostanza, che le forze paramilitari russofone e separatiste presero il controllo di tutte le istituzioni pubbliche locali ed iniziarono una guerra di logoramento destinata a concludersi soltanto nel luglio del 1992, allorchè fu creata una zona di sicurezza demilitarizzata, garantita dalle truppe del Cremlino, che erano già presenti in quell’area.

Al momento, la Transnistria dispone di una propria moneta, di un parlamento e di una bandiera che, tra l’altro, è l’unica in tutta Europa a portare ancora il simbolo della falce e martello. La sua reputazione non è delle migliori, in quanto viene considerata come una sorta di oasi di corruzione, di traffico d’armi, di riciclaggio di denaro e di criminalità organizzata.

A Tiraspol, il suo centro principale, è rimasto – a testimoniare la nostalgica vicinanza con il passato sovietico –  un busto di Lenin, davanti al palazzo municipale che – guarda caso – ha mantenuto la denominazione di Casa dei Soviet.

Adesso, mercoledì 28 febbraio, le autorità della Transnistria, hanno chiesto la protezione della Russia contro le presunte “provocazioni” di Chisinau, in uno scenario caratterizzato dalle forti tensioni legate al conflitto in Ucraina. Al termine di un congresso straordinario tenutosi a Tiraspol –  il primo dal 2006 – i deputati della Transnistria hanno, infatti, emesso un comunicato in cui invitavano la Duma ( vale a dire il Parlamento russo) ad attivarsi “per proteggere la loro regione – in cui vivono, appunto, più di 220mila Russi – dalla crescente pressione della Moldavia”. Nel comunicato, si legge che “la Transnistria sta affrontando minacce senza precedenti di natura economica, socio-umanitaria e politico-militare”. E sono parole che ricordano molto da vicino quelle pronunciate dai separatisti filorussi dell’Ucraina orientale nel febbraio 2022 e che sono poi diventate uno dei pretesti con i quali il presidente russo Vladimir Putin ha giustificato la sua “operazione militare speciale”. Speriamo bene…

Credits: Bogdangiusca CC BY-SA 3.0 DEED

03 Marzo 2024

Scritto da: Giornale Radio

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