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A cura di Ferruccio Bovio
Riesce difficile non condividere le parole di Volodymyr Zelensky, il quale, riflettendo ad alta voce sul sostanziale flop registrato dall’attacco missilistico iraniano di sabato scorso, ha lamentato la disparità di trattamento che l’Occidente sembra riservare al suo popolo rispetto a quello israeliano. In fondo, i droni e i razzi che stanno mietendo tante vittime tra i civili del suo Paese, sono gli stessi che i sistemi di intercettazione utilizzati dall’esercito di Gerusalemme e dagli anglo – americani (intervenuti a sostegno dello Stato ebraico) hanno neutralizzato con evidente facilità. Si è chiesto, pertanto il presidente ucraino, se, per caso, il valore delle vite umane venga considerato, dalle cancellerie occidentali, in maniera differente tra una situazione e l’altra. Vale, forse, l’esistenza di chi abita a Tel Aviv qualcosa di più rispetto a quella di chi è nato a Kharkiv?
Sono mesi che, al di là dello stallo agli aiuti economici e militari imposto in Senato a Washington dai rappresentanti del partito trumpiano, il governo di Kiev invoca la fornitura di batterie Patriot per cercare di difendere almeno le sue città principali, ormai rimaste quasi del tutto prive di copertura antiaerea. D’altra parte, fin dall’inizio del conflitto, le consegne occidentali di sistemi d’arma sofisticati e di munizioni sono avvenuti con estrema cautela , onde evitare di urtare troppo la suscettibilità dei Russi, i quali, sebbene abbiano trovato normale il fatto di superare i confini di una nazione indipendente per occuparla e bombardarla, diventano però estremamente suscettibili quando un’incursione armata ucraina provoca qualche danno nei loro territori… Ecco perché, ad esempio, gli aerei inglesi, francesi e americani si sono levati in cielo per contrastare l’attacco degli ayatollah a Israele, ma si guarderebbero bene dal fare la stessa cosa a protezione del territorio ucraino…Un conto è avere a che fare con la Guida Suprema ed un altro è doversela vedere col nuovo zar del Cremlino…Ecco perché – sia dall’Europa, che dall’America – le forniture militari a Kiev sono sempre arrivate in una misura che consentisse agli Ucraini di reggere, quel tanto che basta, all’urto del nemico, senza però mai permettere loro di attuare una controffensiva in grado di produrre troppi guasti al Paese invasore.
Tuttavia, le armi e le munizioni che drammaticamente mancano oggi all’Ucraina non sono quelle che riguarderebbero la sua capacità offensiva, ma piuttosto quelle che servirebbero alla sua stessa sopravvivenza: e cioè, alla difesa delle sue case, dei suoi ospedali o delle sue centrali energetiche. Per cui, ci appare di un imperdonabile (ed ipocrita) cinismo l’atteggiamento che l’Occidente continua a mantenere nei confronti della “causa ucraina”: un atteggiamento eccessivamente condizionato dal timore di non provocare troppo un nemico che, invece, per parte sua, ha già fin troppo ben chiarito quali siano le sue reali intenzioni.
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
21 Aprile 2024
Scritto da: Giornale Radio
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