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today25 Maggio 2024
A cura di Ferruccio Bovio
La Corte Internazionale di Giustizia che ha sede a l’Aja ha ordinato ad Israele di fermare la sua offensiva su Rafah, poiché “la situazione è disastrosa ed è peggiorata da quando questo Tribunale ha emanato misure provvisorie il 26 gennaio ed il 28 marzo scorsi”. Come è noto, la Corte è emanazione dell’ONU ed è competente a fissare le responsabilità dei Paesi che violano il diritto internazionale. La decisione in questione è giunta su denuncia del Sud Africa che, già tre mesi fa, aveva chiamato in causa con lo Stato ebraico accusandolo di “genocidio”.
Ad annunciare la richiesta della Corte è stato il suo stesso presidente, il giudice libanese Nawaf Salam: si tratta di un ordine almeno teoricamente vincolante – come tutte le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia – anche se, in realtà, stiamo parlando di un’Istituzione che non dispone di un braccio esecutivo e, pertanto, non ha il potere di applicarle. Non si è, dunque, in presenza di un “cessate il fuoco” definitivo, ma è pur sempre un fatto che aumenta la pressione internazionale che, negli ultimissimi mesi, si è fatta sempre più pressante sul governo di Gerusalemme. Basti pensare all’altra imbarazzante richiesta – arrivata, la settimana scorsa, dalla Corte Penale Internazionale – relativamente all’arresto del premier Netanyahu e del ministro della Difesa Gallant per crimini contro l’umanità, unitamente a quella destinata, invece, ai leaders di Hamas responsabili della strage del 7 Ottobre.
Fra le prime reazioni da parte israeliana si è segnalata quella del ministro Ben Gvir che ha parlato di “decisione antisemita”, aggiungendo che “la storia giudicherà chi oggi si è schierato dalla parte dei nazisti di Hamas e del sedicente Stato islamico”.
Hamas, invece, ha accolto la decisione della Corte di Giustizia, sostenendo che non “sia ancora abbastanza” ed ha rinnovato l’appello affinchè abbia termine l’offensiva su tutta Gaza.
Intanto però, come riportato dalla BBC, i raid aerei continuano anche sul centro della città di Rafah.
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
Scritto da: Giornale Radio
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