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Cnn: “Trump minacciò Putin e Xi di bombardare Mosca e Pechino”

today10 Luglio 2025

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Le minacce di Trump a Putin e Xi di “bombardare Mosca e Pechino”: l’audio della Cnn, Vaticano e Italia pronti a mediare e sostenere l’Ucraina.

“Donald Trump durante un incontro privato con i donatori nel 2024 ha affermato che aveva cercato di dissuadere il presidente russo Vladimir Putin dall’attaccare l’Ucraina minacciando di bombardare Mosca a tappeto per rappresaglia”. Lo rivela la Cnn facendo riferimento ad una registrazione audio. “Se vai in Ucraina, bombarderò Mosca a tappeto. Ti dico che non ho altra scelta”, avrebbe detto a Putin. “Ma poi lui mi rispose di non credermi”, aggiunse Trump che confermò di aver trasmesso un avvertimento simile anche al presidente cinese Xi Jinping in merito a una possibile invasione di Taiwan, dicendogli che gli Stati Uniti “avrebbero risposto bombardando Pechino”.

Il Papa vede Zelensky: Vaticano pronto a ospitare i negoziati

Il Papa incontra Zelensky e ribadisce la disponibilità ad accogliere in Vaticano i rappresentanti di Russia e Ucraina per i negoziati. In particolare Leone XIV ha approfondito col presidente ucraino lo stato del conflitto in corso e l’urgenza di percorsi di pace giusti e duraturi. Nell’incontro si è inoltre affermata l’importanza del dialogo come via privilegiata per porre fine alle ostilità. Il Papa ha espresso dolore per le vittime e rinnovato la preghiera e la vicinanza al popolo ucraino, incoraggiando ogni sforzo volto alla liberazione dei prigionieri e alla ricerca di soluzioni condivise.

Mattarella assicura appoggio all’Ucraina

“Benvenuto in questo palazzo: è un gran piacere incontrarla nuovamente per ribadire la grande amicizia e il pieno sostegno dell’Italia all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina“. Così il presidente Sergio Mattarella durante il vertice al Quirinale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Il capo dello Stato ha espresso la vicinanza dell’Italia. “La nostra posizione è e rimane assolutamente ferma e vorrei esprimere la nostra ammirazione per il comportamento del popolo ucraino, cosa che rafforza la nostra convinzione di appoggio e sostegno pieno nei confronti del vostro Paese”, ha spiegato Mattarella che ha aperto un focus sulla sicurezza europea. “Come ha affermato la dichiarazione del vertice Nato, la sicurezza ucraina si identifica con la sicurezza europea, contro chi vorrebbe tornare a una concezione di predominio dei rapporti tra gli Stati, facendoci fare un salto all’indietro di quasi un secolo”, ha sostenuto il presidente della Repubblica.

“Bombardare Mosca e Pechino”: divieto delle minacce di forza

In virtù dell’articolo 2, paragrafo 4, della Carta delle Nazioni Unite, gli Stati membri sono obbligati a “astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di uno Stato, o in qualsiasi altro modo incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite”. La norma vieta l’effettivo impiego delle armi, e include esplicitamente anche la semplice “minaccia” dell’uso della forza, configurando una forma di coercizione illecita verso il destinatario.

Pertanto, un’affermazione come quella attribuita a Trump — “Se vai in Ucraina, bombarderò Mosca a tappeto” — rientra pienamente nella categoria delle “minacce di forza” proibite, indipendentemente dal fatto che l’ostilità non sia mai sfociata in un’azione concreta. Dal punto di vista dottrinale, il principio di pacifica risoluzione delle controversie impone che ogni intimidazione militare, anche se mai attuata, rappresenti una violazione del dettato della Carta ONU, minando la fiducia reciproca fra Stati e l’ordine multilaterale post 1945.

Meccanismi di intervento e precedenti storici

Sul piano procedurale, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ai sensi del Capitolo VII della Carta, è investito del potere di qualificare una simile intimidazione come “minaccia alla pace” e di adottare misure coercitive — dalle sanzioni economiche fino all’autorizzazione all’uso della forza collettiva — per ripristinare la sicurezza internazionale. Parallelamente, la Corte Internazionale di Giustizia può essere adita per dirimere controversie tra Stati.

Non è la prima volta che un leader statunitense utilizzi toni analoghi: nel 2017, Trump minacciò la Corea del Nord con un’azione “di fuoco e furia come il mondo non ha mai visto”, scatenando un acceso dibattito su dove finisca la legittima dissuasione e inizi l’abuso della minaccia. In ciascun caso, l’elemento intimidatorio, pur rimasto sulla carta, produce un vulnus al quadro giuridico internazionale e alla credibilità del sistema di sicurezza collettiva.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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