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L’Apertura di Daniele Biacchessi
Torna il fantasma dell’Isis che rivendica le due esplosioni contro la popolazione civile che mercoledì ha provocato 95 morti e 211 feriti a Kerman, in Iran. Il gruppo fondamentalista sunnita parla di un doppio martirio e diffonde i nomi di due attentatori suicidi, Omar al-Mowahid e Sayefulla al-Mujahid, pubblicando anche una loro foto a volto coperto prima dell’operazione. I due kamikaze si sono fatti saltare in aria durante le commemorazioni, in mezzo alla folla, non lontano da un museo che era un tempio del fuoco zoroastriano. È molto probabile che a compiere i due attentati sia stato l’Isis Khorasan (Iskp), una branca regionale dello Stato Islamico con basi nella provincia afghana del Khorasan. L’Iskp parte dunque dall’Afghanistan ma agisce anche in parte di Pakistan, Iran e altri Paesi dell’Asia Centrale. L’Iran ha dichiarato che gli attentati sono stati compiuti per punire la posizione del Paese contro Israele: un altro segnale che la guerra tra lo Stato ebraico e Hamas rischia di diventare un conflitto regionale più ampio. Secondo l’Onu, l’Isis-Khorasan conta 2.200 miliziani armati concentrati nella provincia montana di Kunar, al confine con il Pakistan. Un contingente composito, di cui fanno parte militanti pashtun pakistani fuggiti dal loro Paese, disertori afghani, estremisti uzbeki e, in numero più limitato, reduci arabi di quello che fu lo Stato islamico siro-iracheno. Secondo Aaron Y. Zelin, analista tra i massimi esperti di Iskp, il gruppo del Khorasan «si è indebolito in Afghanistan durante il secondo anno al potere dei talebani», ma ha «espanso la sua capacità di operazioni all’estero».
Credits: Agenzia Fotogramma
5 Gennaio 2024
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