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Meloni incontra la madre della reporter Sala. “Liberarla sia una priorità”

today3 Gennaio 2025

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A cura di Daniele Biacchessi

Meloni incontra la madre della reporter Sala. “Liberarla sia una priorità”

Sono passate da poco le sette della sera quando Elisabetta Vernoni, la mamma di Cecilia Sala, esce da Palazzo Chigi e si presenta davanti ai giornalisti dopo essersi incontrata con la premier Giorgia Meloni. “Avevamo bisogno di guardarci negli occhi. Soprattutto tra mamme. Servono decisioni importanti e di forza del nostro paese per ragionare sul rientro in Italia di Cecilia. E nell’immediato, serve rendere umana la sua detenzione. Io non frigno, sono un soldato come mia figlia. Capisco e aspetto i tempi necessari. Ma le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita. Devono essere rispettate le condizioni di una ragazza che è un’eccellenza del paese. Perché in Italia non ci sono soltanto i vini e i cotechini”, dice la madre di Cecilia Sala. Poco prima aveva ricevuto la telefonata di Giorgia Meloni in seguito alla mediazione del ministero degli Esteri.

Le condizioni di Cecilia Sala

Sala è in una cella senza finestre. Sul soffitto c’è una piccola apertura d’aria ma è così in alto, ed è così minuscola, che non riesce nemmeno ad annusare l’aria e a capire quando è giorno e quando notte. Sulla sua testa è puntata una luce 24 ore su 24. E la mascherina per gli occhi che la sarebbe dovuta arrivare per farla riposare è stata bloccata insieme con tutto il resto degli oggetti e del cibo che l’ambasciatrice Paola Amadei le aveva portato. “La premier ha fatto un salto di qualità. È stata precisa e puntuale. Era quello che volevo. In questi giorni si sono dette tante cose, che Cecilia era in una cella singola, per esempio. In quel carcere non esistono. Esistono delle celle di detenzione comuni e poi ci sono le celle di punizione. Lei, una giornalista che ha fatto soltanto il suo lavoro, è in una di queste. Costretta nel 2024 a dormire per terra”, ha spiegato la mamma di Cecilia Sala.

Abedini resta in carcere a Opera: la Procura non concede i domiciliari

Mohammad Abedini Najafabadi deve restare in carcere. La procura generale di Milano ha respinto la richiesta del difensore dell’ uomo dei droni iraniano, detenuto dal 16 dicembre nel carcere di Opera in esecuzione di un mandato di cattura internazionale: le autorità Usa accusano Abedini di cospirazione e supporto a organizzazione terroristica. Ora la Corte d’appello dovrà fissare un’udienza, non prima del prossimo 14 gennaio, per decidere sull’istanza di domiciliari.

La posizione americana

Le autorità americane avevano ribadito di volere la consegna di Mohammad Abedini Najafabadi. Anche con un’ultima nota inviata alla Corte d’Appello e alla procura generale di Milano tra l’1 e il 2 gennaio, il Dipartimento di giustizia Usa ha confermato che l’iraniano è “estremamente pericoloso” e il rischio che possa scappare è “molto elevato”.

La posizione dell’Iran

“Accelerare la liberazione” di Mohammad Abedini, che è detenuto nel carcere di Milano con “false accuse”. E’ quanto si aspetta Teheran dall’Italia, come riferito dall’ambasciatore iraniano a Roma, Mohammadreza Sabouri, convocato alla Farnesina dal segretario generale Riccardo Guariglia, su indicazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, per parlare del caso di Cecilia Sala, a cui “sono state fornite tutte le agevolazioni necessarie”.

Credits Foto: Agenzia Fotogramma

3 Dicembre 2025

Scritto da: Giornale Radio


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