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Ombre e polemiche sulla morte di Aleksey Navalny

today17 Febbraio 2024 747

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A cura di Ferruccio Bovio

Muore, nella colonia penale n. 3 dell’Okrug autonomo di Yamalo-Nenets, il quarantasettenne oppositore russo Aleksey Navalny.

Secondo la dirigenza carceraria si sarebbe sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi immediatamente conoscenza. Gli operatori sanitari dell’istituto carcerario sarebbero subito intervenuti, chiamando una squadra medica di emergenza, che però, nulla sembra abbia potuto fare. Eppure, recentemente, parlando con un gruppo di diplomatici europei in passaggio da Mosca, lo stretto collaboratore di Navalny, Leonid Volkov, aveva detto che il detenuto era “in condizioni psicofisiche sorprendentemente buone” e che, quindi, non c’era da temere per la sua salute.

Per parte sua, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, si limita a dichiarare che il presidente  Putin è stato informato di quanto accaduto, ma che non si conoscono ancora le cause del decesso. Inoltre, una nota del ministero degli Esteri russo – scritta dalla ormai notissima funzionaria Maria Zakharova – sottolinea come, sebbene non esista ancora alcuna autopsia, le conclusioni dell’Occidente siano già state tratte. Ed in effetti, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel considera il regime di Putin come “l’unico responsabile di questa tragica morte”. Navalny – spiega Michel – “ha combattuto per i valori della libertà e della democrazia. Per i suoi ideali, ha fatto l’estremo sacrificio” ed aggiunge che “ i combattenti muoiono. Ma la lotta per la libertà non finisce mai”.

In Italia, il primo ad esprimere il proprio cordoglio per alla famiglia Navalny è il vice premier e titolare della Farnesina, Antonio Tayani, il quale ricorda di essersi sempre battuto per la libertà – sia in Russia, che in Bielorussia – anche quando presiedeva il Parlamento europeo e conclude dicendo che “dopo anni di detenzione in un regime carcerario non proprio liberale, la Russia perde una voce libera”.

Sulle circostanze ancora non chiare in cui se ne è andato Aleksei Navalny, ha voluto dire la sua anche il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, il quale ha affermato che l’ importante oppositore politico “è stato ucciso” e Putin dovrà, quindi, “rendere conto dei suoi crimini”.

Credits: Agenzia Fotogramma
17 Febbraio 2024

Scritto da: Giornale Radio

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