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today20 Febbraio 2024
A cura di Daniele Biacchessi
Yulia Navalnaya, la vedova di Alexei Navalny, punta il dito senza esitazioni contro il Cremlino, suggerendo che la morte del marito potrebbe essere stata indotta con l’uso del Novichok, l’agente nervino già comparso nel precedente avvelenamento dell’oppositore, nel 2020. E in un video diffuso sui social annuncia di essere pronta a raccogliere l’eredità politica del marito, proprio nel giorno in cui sbarca a Bruxelles per partecipare al Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue. “Con Aleksej, Putin ha ammazzato metà di me, metà del mio cuore, metà della mia anima. Ma continuerò la causa di Navalny, continuerò a lottare per il nostro Paese e vi invito a starmi accanto, a condividere con me non solo il dolore infinito, ma la furia, la rabbia, l’odio nei confronti di quelli che hanno osato ammazzare il nostro futuro“, dice la moglie di Navalny che appare in video con i capelli biondi raccolti, in uno chignon sulla nuca, il viso gonfio di lacrime e la voce a tratti rotta dai singhiozzi trattenuti. Alla madre di Navalny, la salma non sarà restituita alla famiglia per altri 14 giorni, durante i quali devono essere eseguiti esami chimici imprecisati. Per la seconda volta in tre giorni, la madre e l’avvocato di Aleksei Navalny non sono riusciti ad entrare nell’obitorio dell’ospedale della città artica di Salekhard dove il corpo sarebbe stato portato già nella tarda serata del 16 febbraio, il giorno della morte nella colonia penale IK-3. Intanto la politica italiana si è ritrovata sul colle del Campidoglio a Roma per la manifestazione voluta dal leader di Azione Carlo Calenda. La risposta giunge da tutti i partiti, nessuno escluso. Ma in una piazza gremita, così come in Parlamento, emergono distinguo e divisioni. A scaldare gli animi è soprattutto l’arrivo del capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo, accolto da fischi e cori di contestazione. “Vergogna, vergogna“, urlano diversi manifestanti con la fiaccola in mano.
Scritto da: Giornale Radio
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