Elezioni in Russia. Plebiscito per Putin tra le proteste dell’opposizione

Sfiora il 90% il consenso elettorale di Vladimir Putin alle presidenziali russe. Nella sostanza si tratta di un plebiscito, e questo è avvenuto nonostante le proteste dei seguaci di Alexei Navalny, gli attacchi alle regioni di confine con l’Ucraina e un allarme droni sugli aeroporti di Mosca.  E’ il quinto mandato dopo già 24 anni trascorsi al potere, l’orizzonte ora è il 2030. E Putin, presentandosi in serata al quartiere generale della campagna elettorale, ha ringraziato i russi per la “totale fiducia”. Ha promesso che il Paese diventerà più forte e ha avvertito gli avversari: “non ci facciamo intimidire da nessuno”. Putin, inoltre, ha rotto il silenzio sul suo oppositore morto in carcere circa un mese fa, nominandolo in pubblico e affermando che la sua scomparsa è stata un “evento triste”. Gli altri tre candidati-comparsa sono stati praticamente annientati. Il comunista Nikolai Kharitonov, in seconda posizione, si è fermato al 4,7%, quello di Gente Nuova, Vladislav Davankov, al 3,6% e quello del Partito liberaldemocratico Leonid Slutsky al 2,5%. Le percentuali attribuite a Putin arrivano fino al 95% nel Donetsk, al 94% nel Lugansk, al 93% nella regione di Zaporizhzhia e all’88% in quella di Kherson. Code di centinaia di persone si sono formate alle 12 davanti ai seggi nel centro di Mosca e in altre città in risposta all’appello lanciato dallo stesso Navalny poco prima di morire per il cosiddetto ‘Mezzogiorno contro Putin’. La ong Ovd-Info ha segnalato 74 fermi in tutta la Russia, soprattutto per episodi individuali di protesta. Yulia  Navalnaya, la vedova di Navalny, prende parte alla protesta contro il Cremlino a Berlino, sfida il regime ed entra in ambasciata  andando al seggio alle 12 circondata da migliaia di sostenitori: “Putin è un gangster, ho votato per Aleksej”.