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Hamas rilascia gli ostaggi israeliani e Tel Aviv prepara la scarcerazione dei palestinesi detenuti

today13 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Tensione e diplomazia in Medio Oriente: Hamas libera gli ostaggi, mentre Egitto e Stati Uniti cercano la via per la pace a Gaza.

Hamas consegna gli ostaggi ancora vivi ad Israele. Prima li trasferisce in tre luoghi differenti di Gaza, poi prepara la loro definitiva liberazione con il Comitato Internazionale della Croce Rossa. D’altro canto, Hamas è in stretto contatto con i Paesi mediatori per perfezionare l’elenco dei prigionieri palestinesi da rilasciare.

I mediatori stanno ancora lavorando per raggiungere un accordo per l’elenco definitivo dei detenuti, nonostante Israele abbia respinto diversi nomi, tra cui Barghouti e Sadaat. “Inizia un nuovo cammino, un percorso di ricostruzione, di guarigione e, spero, di unione dei cuori”, ha detto il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu.

Il vertice sul futuro di Gaza in Egitto

Israele non parteciperà al vertice di pace di Gaza, previsto oggi in Egitto, ospitato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dal suo omologo egiziano Abdel Fattah al Sisi. La Anp invece sarà presente con Abu Mazen. La stessa Anp è pronta a collaborare con il presidente Usa Donald Trump e l’ex primo ministro britannico Tony Blair nel loro sforzo “di consolidare il cessate il fuoco a Gaza, l’invio di aiuti e l’avvio della ricostruzione”: lo afferma su X Hussein al-Sheikh, vice capo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, dopo aver incontrato l’ex premier inglese in Giordania.

Al via l’ingresso degli aiuti a Gaza

Con i camion di aiuti entrati a Gaza sono stati compiuti progressi concreti. È quanto riferiscono funzionari delle Nazioni Unite. Eri Kaneko, portavoce dell’ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari, ha dichiarato che per la prima volta da marzo sono stati consegnati a Gaza rifornimenti di gas da cucina. Fra gli altri aiuti in arrivo figurano farina, frutta e carne. Ha aggiunto che ai funzionari è stato concesso un accesso aggiuntivo per trasportare attrezzature mediche e aiutare i palestinesi a trasferirsi dalle zone soggette a inondazioni a luoghi più sicuri prima dell’inverno.

Domani riapre il valico di Rafah per il transito dei civili

Sarà riaperto domani al transito dei civili il valico di Rafah che collega la Striscia di Gaza all’Egitto. Il posto di frontiera sarà operato, sul versante della Striscia, dall’Anp insieme a una missione dell’Unione europea. E’ in corso il coordinamento tra tutte le parti coinvolte per riaprire il valico per il transito dei feriti e malati dalla Striscia e consentire il rientro dei profughi palestinesi che hanno trovato rifugio in questi mesi in Egitto. I nomi di tutti coloro che entrano o escono dalla Striscia dovranno essere approvati da Israele.


Tre punti di transito per gli ostaggi

Hamas non consegna gli ostaggi “in blocco”, ma li trasferisce in tre luoghi distinti all’interno della Striscia di Gaza prima del rilascio finale tramite la Croce Rossa. Questo sistema sembra rispondere a ragioni di sicurezza e coordinamento: diversificare i punti di raccolta riduce il rischio che un singolo nodo venga preso di mira o che vi siano disfunzioni impreviste nel tragitto. È come se si stessero predisponendo “snodi logistici” intermedi, ognuno con proprie modalità di approvvigionamento, sicurezza e contatto con i mediatori.

Coordinamento con la Croce Rossa come “ponte neutro”

Il fatto che la consegna effettiva avvenga tramite il Comitato Internazionale della Croce Rossa è anch’esso significativo: la Croce Rossa funge da “terza parte neutrale” accettata sia da Hamas sia da Israele. La sua rete diffusa nel territorio, la credibilità nel trattare con entrambe le parti e l’esperienza nelle operazioni umanitarie permettono che il passaggio degli ostaggi (viventi o deceduti) sia gestito con procedure standardizzate, controlli e documentazione. In pratica, è come se ci fosse un “checkpoint umanitario” internazionale che media – fisicamente e simbolicamente – il passaggio da una zona di conflitto a un’area di restituzione.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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