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Il Cremlino annuncia: “In corso preparativi per colloqui con gli Usa”

today19 Dicembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Il Cremlino apre al dialogo con Washington mentre l’Europa si divide sull’uso degli asset russi e sul sostegno a Kiev.

“Stiamo preparando colloqui con le nostre controparti americane sull’esito delle trattative sul conflitto con l’Ucraina”, annuncia il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, In precedenza, Axios e Politico avevano riferito di un possibile viaggio a Miami del rappresentante speciale del presidente russo Vladimir Putin, Kirill Dmitriev, per un nuovo round di colloqui sulle ultime modifiche al piano di pace americano con l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, e con il genero del presidente, Jared Kushner.

La riunione del Consiglio d’Europa

A Bruxelles i leader europei si u sono riuniti per il Consiglio chiamato a decidere sull’uso degli asset russi. Il premier polacco Donald Tusk ha avvisato che l’alternativa è tra dare “soldi oggi o il sangue domani”, di fatto reiterando i timori che le mire di Mosca possano estendersi all’Europa. Il premier ungherese Viktor Orbán ha però definito “stupida” la proposta della Commissione sul tema e ha avvisato che “non c’è consenso”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sostiene che “per l’Ucraina una mancata decisione sugli asset sarebbe molto grave”. E il cancelliere tedesco Friedrich Merz intende utilizzare il patrimonio della Banca centrale russa immobilizzato in Germania a sostegno dell’Ucraina.

Cremlino: asset russi congelati nell’Unione Europea

 Si tratta di un nodo centrale nei negoziati internazionali perché riguarda il modo in cui l’Occidente può tradurre le sanzioni economiche in un supporto concreto a Kiev, senza violare il diritto internazionale o creare rischi economici per gli Stati membri dell’UE. Dall’inizio dell’invasione russa del 2022, diversi Paesi occidentali, in particolare gli Stati membri dell’UE, Stati Uniti, Canada e altri partner, hanno congelato centinaia di miliardi di euro di riserve della Banca centrale russa detenute presso istituzioni finanziarie occidentali.

Queste riserve includono titoli di Stato, depositi e altre attività, e sono state bloccate per impedire al Cremlino di utilizzarle per finanziare la prosecuzione della guerra o per mitigare l’effetto delle sanzioni economiche. La quantità totale di asset congelati in Europa è stimata intorno ai 210 miliardi di euro, con la stragrande maggioranza di questi depositati presso Euroclear, un grande deposito centrale di titoli con sede in Belgio.

Il dibattito attuale tra i leader europei riguarda come questi fondi possano essere utilizzati in modo legale ed efficace per sostenere l’Ucraina. Una proposta sul tavolo del Consiglio Europeo, dibattuta anche nel summit di Bruxelles di dicembre, era quella di impiegare gli asset congelati come garanzia o base per un prestito di sostegno all’Ucraina. L’idea era di emettere un prestito europeo senza interessi, come quello da 90 miliardi di euro approvato recentemente, usando gli asset russi come “collaterale” o riserva per garantire i fondi a favore di Kiev.

Tuttavia, questa opzione si è scontrata con forti resistenze giuridiche e politiche. Paesi come il Belgio, dove si trova Euroclear e dove sono concentrati la maggior parte degli asset, hanno espresso forti preoccupazioni legali, temendo che, qualora questi fondi venissero usati come garanzia o trasferiti, la Russia potrebbe intentare cause legali oppure chiedere compensazioni sulla base di trattati bilaterali. Tale rischio di contenzioso ha portato al fatto che il progetto originario di usare gli asset come base del prestito è stato accantonato al summit, sebbene l’UE si riservi il diritto di utilizzarli in futuro per rimborsare il prestito una volta che Kiev riceverà eventuali riparazioni di guerra da Mosca.

Un’altra implicazione di questo dibattito riguarda la stabilità finanziaria e la posizione dell’UE: alcune istituzioni di rating, come Fitch, hanno messo sotto osservazione la solidità finanziaria di Euroclear, segnalando che l’uso o la trasformazione di questi asset potrebbe comportare rischi di liquidità o di bilancio per la banca e per il sistema finanziario europeo.

La questione non è puramente tecnica: tocca principi fondamentali di diritto internazionale, inclusa la protezione degli asset sovrani, il rispetto dei trattati e il principio che la confisca diretta di risorse statali straniere sia difficile sotto il diritto internazionale senza un quadro giuridico solido. La Russia considera tali asset come proprietà sovrana intoccabile e ha già intrapreso azioni legali per rivendicare tali fondi.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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