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Verso il vertice tra Lavrov e Rubio

today10 Novembre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Tra diplomazia e tensioni sul campo: Lavrov apre al dialogo con Washington mentre gli attacchi ucraini lasciano migliaia di russi senza elettricità.

Verso il vertice tra Lavrov e Rubio

Il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov dice di essere pronto a incontrare il Segretario di Stato americano Marco Rubio: “Il segretario di Stato Marco Rubio e io comprendiamo la necessità di una comunicazione regolare. È importante discutere la questione ucraina e promuovere l’agenda bilaterale. Per questo motivo comunichiamo telefonicamente e siamo pronti a tenere incontri di persona quando necessario”, ha spiegato Lavrov.

Raid ucraini sulle centrali, 20 mila senza energia

La guerra però prosegue senza esclusione di colpi. Almeno ventimila persone sono rimaste senza energia elettrica nelle regioni di Belgorod e Kursk, al confine con l’Ucraina, in seguito agli attacchi delle forze di Kiev contro alcune centrali. Nella regione di Belgorod, regolarmente presa di mira dal fuoco ucraino, il governatore Vyacheslav Gladkov ha riferito su Telegram che la rete di distribuzione di elettricità e riscaldamento ha subito gravi danni nell’omonimo capoluogo regionale.

“Diverse strade sono interessate da problemi di corrente”, ha aggiunto il governatore. Le Forze di difesa ucraine e le unità russe hanno ingaggiato nelle ultime 24 ore 196 scontri, con il settore di Pokrovsk che ha registrato l’attività più intensa, dove gli ucraini affermano di aver respinto 73 attacchi. E una decina di persone, sia di nazionalità russa che straniera, sono state arrestate con l’accusa di collaborare con i servizi segreti ucraini (SBU).

Impatto sanitario e ambientale degli blackout

Quando una serie di attacchi alle infrastrutture energetiche provoca interruzioni dell’elettricità — come nel caso della regione di Belgorod dove circa 20 000 persone sono rimaste senza energia — si apre una dimensione che va ben oltre l’emergenza militare e tocca la salute, l’ambiente domestico e l’abitare quotidiano. In queste situazioni, l’assenza di corrente non è soltanto un impedimento tecnico, ma ha effetti tangibili sul benessere fisico, mentale e sull’ambiente che circonda le famiglie.

Per cominciare, dal punto di vista sanitario, la perdita di elettricità significa che apparecchiature critiche — respiratori, concentratori di ossigeno, macchine per dialisi — possono smettere di funzionare, mettendo a rischio persone che dipendono da tali dispositivi. Ad esempio, studi recenti mostrano che durante blackout prolungati aumentano ricoveri per malattie cardiovascolari e respiratorie.

Parallelamente, l’interruzione dell’energia influisce sulla qualità dell’aria interna: senza elettricità i sistemi di ventilazione e filtraggio si fermano, le temperature possono salire o scendere in modo incontrollato, e l’accumulo di gas oppure l’uso improprio di generatori e stufe può provocare intossicazioni da monossido di carbonio.

In ambiente domestico, la mancanza di energia implica anche una serie di disagi che poi hanno risvolti ambientali e sociali: frigoriferi e congelatori si spengono — e con essi alimenti, medicinali o sostanze che richiedono refrigero si deteriorano. L’accesso all’acqua può essere compromesso perché molte reti dipendono da pompe elettriche. Tutto ciò, nel complesso, aumenta la vulnerabilità di gruppi già fragili (anziani, bambini, persone con disabilità).

Infine, vi è un aspetto ambientale e comportamentale: in mancanza della distribuzione elettrica ordinaria, le famiglie possono ricorrere a soluzioni alternative — come generatori a petrolio o gas, stufe autonome, candele — che però aumentano le emissioni, rischiano incendi o intossicazioni, e possono aggravare la qualità ambientale locale. A questo va aggiunta la condizione psicologica: l’incertezza, il freddo o il caldo eccessivo, la perdita di comfort contribuiscono a stress, ansia e senso di disorientamento.

E quindi il blackout non è solo «non avere luce»: è di fatto un’alterazione dell’ambiente quotidiano che richiede adattamenti rapidi — sospendere o modificare l’uso degli elettrodomestici, gestire le scorte alimentari, creare alternative per il riscaldamento o il raffrescamento, coordinarsi con vicini o servizi locali. Tutto ciò richiede risorse, capacità di reazione e, spesso, una dose di resilienza comunitaria.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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