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today25 Settembre 2025
La presidente del Consiglio Meloni attacca l’iniziativa della flottiglia diretta verso Gaza come un gesto che non tiene conto della gravità del contesto.
La premier Giorgia Meloni interviene dall’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York sulla missione della Global Samud Flotilla, nelle ore in cui il suo ministro Guido Crosetto invia al largo di Creta una fregata della Marina militare, e il ministro Tajani media con Israele la consegna degli aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza.
“Tutto questo è gratuito, pericoloso, irresponsabile. Non c’è bisogno di rischiare la propria incolumità di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare aiuti a Gaza che il governo italiano avrebbe potuto consegnare in poche ore. Richiamo tutti alla responsabilità, particolarmente per quanto riguarda parlamentari italiani.
Meloni ha spiegato che sulla Flotilla, Tajani sta lavorando a un’altra proposta di mediazione che è consegnare questi aiuti a Cipro, al patriarcato latino di Gerusalemme che si assume la responsabilità di spedirli a destinazione.
“È una proposta sulla quale mi pare ci sia il consenso del governo cipriota, del governo israeliano, ovviamente del governo italiano. Stiamo aspettando una risposta dalla flottiglia. E io qui davvero faccio un appello alla responsabilità di tutti, perché non si può rischiare l’incolumità delle persone per fare iniziative che sembrano prevalentemente fatte non per consegnare gli aiuti, ma per creare problemi al governo”.
Diritto del mare (UNCLOS, Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, 1982)
L’UNCLOS stabilisce diritti e doveri degli Stati in mare aperto, nelle acque territoriali, nelle zone economiche esclusive, e nel salvataggio in mare. Ad esempio l’articolo 98 obbliga il comandante (master) di una nave a prestare assistenza a persone in pericolo in mare, se ciò non comporta pericolo grave per la nave, equipaggio o passeggeri.
Altro aspetto rilevante è la libertà di navigazione per le navi private, salvo che vi siano restrizioni derivanti da conflitti, blocchi, o situazioni di stato di guerra che possano essere legalmente riconosciute.
Convenzioni sul salvataggio in mare (SAR Convention, SOLAS, ecc.)
La International Convention on Maritime Search and Rescue (SAR) stabilisce che ogni Stato deve organizzare un servizio di ricerca e soccorso in mare (Search and Rescue) per la propria zona marittima, cooperando quando necessario con Stati vicini.
La Convenzione SOLAS (Safety of Life at Sea) integra obblighi riguardanti la sicurezza delle comunicazioni, delle operazioni di salvataggio, del comfort dei naviganti, etc.
Diritto umanitario internazionale (IHL), Convenzioni di Ginevra, norme protezione civili
In conflitti armati, i civili e gli enti umanitari hanno protezioni legali: il diritto di civili ad aiuti umanitari, la proibizione di ostacolare la consegna di tali aiuti, specie se la popolazione civile soffre per carenza di materiali essenziali. Le Convenzioni di Ginevra prevedono obblighi per le Parti in conflitto di permettere e facilitare il passaggio di assistenza per i civili.
Anche norme consuetudinarie del diritto umanitario riconoscono che l’occupante ha obblighi verso la popolazione sotto occupazione, per quanto riguarda cibo, medicamenti e assistenza essenziale.
Concretamente, in un’ipotesi come quella che Meloni critica, questi sono alcuni degli snodi giuridici che emergono:
Blocco navale: se esiste un blocco navale riconosciuto legalmente, questo può giustificare l’intercettazione di imbarcazioni che cercano di sfondare il blocco. Tuttavia, un blocco deve soddisfare criteri di legalità (notifica, proporzionalità, impatto sugli aiuti umanitari, ecc.).
Libertà di navigazione vs rispetto degli obblighi nei conflitti: una nave privata che intende consegnare aiuti ha sotto certi aspetti diritto (o legittima base) giuridica a transitare; ma se il suo percorso viola restrizioni legittime (zone militari chiuse, blocchi, state building), può essere soggetta a restrizioni.
Protezione degli aiuti umanitari e degli operatori: se la missione è chiaramente umanitaria, carico identificato come aiuti non militari, navigatori civili, spesso ci sono norme che proibiscono trattamenti discriminatori, attacchi o impedimenti.
Obbligo di giudizio e proporzionalità: ogni Stato che impone restrizioni deve valutare bilanciamento tra sicurezza e diritti fondamentali, compresi diritto all’assistenza, protezione di vite, e norme umanitarie.
Scritto da: Daniele Biacchessi
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