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Omicidio Kirk. La famiglia del killer: in casa tutti filo Trump e MAGA

today15 Settembre 2025

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Tyler Robinson, l’assassino di Kirk che domani comparirà davanti al giudice con l’accusa di omicidio aggravato, è cresciuto in una famiglia dichiaratamente MAGA e filo-Trump.

Tyler Robinson, reo confesso dell’assassinio di Charlie Kirk, comparirà domani 16 settembre davanti al giudice. È accusato di omicidio aggravato, uso illegale di arma da fuoco e intralcio alla giustizia. L’unica certezza su Tyler Robinson la afferma il governatore dello Utah Spencer Cox, repubblicano moderato e fra i pochi sostenitori della depolarizzazione del Paese all’interno del suo Partito: “Pregavo che l’assassino venisse da un altro stato, mi dicevo noi non siamo così. Invece è uno di noi”. 

Il riferimento è rivolto alla comunità che ha nutrito il suo odio fanatico. Robinson era stato indicato come esponente antifa per via delle frasi da lui scritte sui proiettili usati, ma è cresciuto invece in ambiente trumpiano. La nonna Debbie, in un’intervista al Daily Mail conferma le origini conservatrici della famiglia: “Mio figlio, suo padre, è repubblicano. In famiglia siamo tutti Maga. Non conosciamo democratici”.

Le indagini sul passato di Robinson

Gli inquirenti continuano a indagare sul suo passato e sulla sua sfera personale. È stata perquisita la casa in cui viveva, nella cittadina di Saint George, a 400 chilometri dal campus della Valley University, luogo dove è avvenuto l’omicidio dell’attivista conservatore, durante un discorso pubblico. La polizia ha ascoltato parenti e amici, ma soprattutto le attenzioni degli inquirenti si sono concentrate sulla persona che viveva con Robinson.

Secondo quanto riferito a Fox News Digital da alti funzionari dell’Fbi, il 22enne viveva con la sua partner transgender. I funzionari del Bureau hanno dichiarato che la partner di Robinson, che non è accusata di alcun crimine, sta collaborando pienamente alle indagini. A quanto risulta, Robinson le aveva rivelato il nascondiglio del fucile con il quale ha commesso l’assassinio, oltreché alcuni dettagli sulle frasi incise sui bossoli.

Omicidio Kirk: La contraddizione tra l’immagine di Tyler Robinson e le sue origini familiari

L’omicidio di Charlie Kirk ha scosso profondamente l’opinione pubblica statunitense, suscitando domande non solo sulla dinamica del crimine, ma anche sul profilo del presunto assassino, Tyler Robinson. La vicenda ha colpito per la complessità del personaggio coinvolto: a prima vista, la sua storia sembrerebbe quella di un giovane radicalizzato da ambienti di sinistra, ma un’analisi più attenta delle sue origini familiari e del contesto in cui è cresciuto racconta una realtà ben diversa.

Tyler Robinson è nato e cresciuto nello Utah, in una famiglia apertamente conservatrice e profondamente legata al movimento repubblicano. Sua nonna, figura di riferimento nella sua educazione, ha dichiarato di essere una fervente sostenitrice del movimento MAGA e di non conoscere democratici, sottolineando come la sua famiglia abbia sempre vissuto in un contesto tradizionalista, con valori legati alla religione, alla disciplina e alla lealtà politica. Questo quadro familiare, caratterizzato da un forte conservatorismo, sembra inizialmente incompatibile con le ideologie progressiste che successivamente emergono nei comportamenti di Tyler.

Un’adolescenza segnata dalla solitudine e dalla ricerca di identità

Secondo quanto riportato da fonti vicine alla famiglia, Robinson era un ragazzo introverso e riservato, con pochi amici e un interesse marcato per i videogiochi. La sua adolescenza sarebbe stata caratterizzata da solitudine e difficoltà a inserirsi nei gruppi sociali tradizionali. Questa condizione potrebbe averlo spinto a cercare un senso di appartenenza in ambienti online, dove ha avuto accesso a comunità virtuali con ideologie diverse da quelle trasmesse dai suoi familiari. Il divario tra la realtà familiare e le esperienze digitali ha probabilmente contribuito a creare in lui una tensione identitaria difficile da gestire.

Il ruolo dei social media nella sua radicalizzazione

Le indagini hanno rivelato che Robinson era attivo su piattaforme come Discord, dove interagiva con altri utenti in contesti variegati, talvolta scherzando sulla sua somiglianza con persone sospettate di crimini o discutendo di contenuti estremisti. Questi comportamenti online indicano una possibile ricerca di identità e appartenenza in ambienti digitali, lontani dalle influenze familiari dirette. Gli esperti sottolineano come i social media possano amplificare la sensazione di isolamento e facilitare l’esposizione a ideologie contrastanti, creando un terreno fertile per la radicalizzazione giovanile.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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