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Bufera sul garante della privacy Ghiglia: era nella sede di Fdi prima della multa a Ranucci

today27 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Inchiesta e polemiche sulla multa a Report: Agostino Ghiglia del Garante della Privacy nella sede di Fratelli d’Italia alla vigilia del provvedimento contro Ranucci. Le opposizioni parlano di “interferenza politica”.

Sigfrido Ranucci torna con Report, dopo il fallito attentato davanti alla sua abitazione, e manda in onda un video che coinvolge i vertici di Fdi. Giovedì 21 ottobre il Garante della Privacy ha comminato a Report una multa da 150mila euro. Solo 24 ore prima, mercoledì 22 ottobre, Agostino Ghiglia, membro dell’Authority, si trovava nella sede di Fratelli d’Italia dove avrebbe incontrato Arianna Meloni, sorella di Giorgia. Secondo Ranucci, il video dimostrerebbe che l’Autorità “si muove su input politico” contro la trasmissione, non come soggetto super partes.

L’oggetto della multa dell’Authority contro Report e Ranucci

L’Autorità contesta a Report il contenuto di un servizio sul caso Boccia andato in onda l’8 dicembre 2024. Il Garante sostiene che i giornalisti abbiano violato la normativa europea in materia di privacy divulgando una conversazione telefonica tra l’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini. L’ufficio legale della Rai potrebbe ricorrere contro il verdetto.

La reazione delle opposizioni

Le opposizioni attaccano il Governo. Scrivono i componenti del Partito democratico in commissione Vigilanza Rai: “È inaudito che, poche ore prima dell’avvio dell’esposto del Garante della Privacy contro Ranucci, alcuni componenti di un’istituzione che dovrebbe garantire terzietà e indipendenza siano stati visti entrare nella sede del partito di Giorgia Meloni”.

Sulla stessa posizione si trovano gli esponenti del M5s, che giudicano “inaccettabile” che il Garante “abbia voluto sanzionare la Rai per una puntata di Report su cui l’Ordine dei Giornalisti aveva già archiviato il procedimento non ravvisando alcuna violazione dei principi di pertinenza“. Il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro al Senato coinvolge anche il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione: “Spieghi la gravissima presenza di Agostino Ghiglia nella sede di Fratelli d’Italia poche ore prima della sanzione per diffamazione contro Report per la vicenda Sangiuliano”.

Sigfrido Ranucci

Sigfrido Ranucci è una figura centrale del giornalismo d’inchiesta italiano — il volto del programma Report (RAI 3) e da sempre impegnato nel denunciare fenomeni di corruzione, criminalità organizzata, connivenze politiche e ingiustizie. Nato a Roma il 24 agosto 1961, si è laureato in Lettere all’Università “La Sapienza”.

La sua carriera si sviluppa principalmente nell’ambito della RAI: iniziando nel quotidiano Paese Sera, approda al Tg3 occupandosi di cronaca e attualità, quindi alle redazioni RaiNews e Rai International. Già nei primi anni novanta conduce inchieste sui traffici illeciti di rifiuti e sulla mafia, fino a realizzare quella che viene ricordata come l’ultima intervista conosciuta al giudice Paolo Borsellino. Nel corso degli anni è stato inviato in zone di crisi, come i Balcani e il Medio Oriente, e ha seguito eventi di portata globale come l’attentato alle Torri gemelle del 2001 e il maremoto in Asia del 2004.

Dal dicembre 2016 Ranucci ha assunto la conduzione di Report, ereditando la trasmissione da Milena Gabanelli. Nel suo ruolo di autore e conduttore, ha consolidato l’identità del programma come crocevia dell’indagine giornalistica sui poteri economici e politici, spesso sfidando pressioni, ostacoli interni e attacchi esterni.

Negli ultimi tempi Ranucci è stato al centro di tensioni importanti: ha denunciato “pressioni politiche” su Report, e ha affermato che la trasmissione avrebbe operato in contesti dove la “terzietà” è messa in discussione. In più, nel giugno 2025 ha reso pubblico di essere stato convocato da un provvedimento disciplinare interno alla Rai, che ha suscitato un acquazzone di reazioni e polemiche. La Rai ha risposto in via ufficiale affermando di non aver formalmente adottato nessuna azione disciplinare nei suoi confronti, sostenendo che si sia trattato semmai di un richiamo ai regolamenti interni.

In ottobre 2025 un ordigno è esploso vicino all’auto di Ranucci e della figlia, parcheggiate davanti all’abitazione a Pomezia (Campo Ascolano). L’esplosione, con circa un chilo di esplosivo, ha distrutto i veicoli e provocato danni anche a un edificio vicino; per fortuna nessuna persona è rimasta ferita. L’antimafia di Roma ha aperto un’indagine per danneggiamento aggravato con metodo mafioso, mentre l’episodio è stato ampiamente interpretato come un attacco alla libertà di stampa.

Ranucci, da tempo sotto protezione per minacce ricevute legate al suo lavoro, ha commentato che l’ordigno “poteva uccidere”, aggiungendo che la dinamica suggerisce un’azione di intimidazione mirata. L’episodio ha suscitato vasta solidarietà internazionale, con richieste di garanzie per i giornalisti e prese di posizione da parte di istituzioni e organismi per la libertà dell’informazione.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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