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Putin invita Zelensky a Mosca: se vuole qui si terrà l’incontro

today4 Settembre 2025

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Mosca propone un vertice bilaterale, Kiev rifiuta e rilancia su sedi neutrali; attesa a Parigi la riunione tra Zelensky e i leader europei, con collegamento di Trump.

Putin invita il leader ucraino Zelensky a Mosca per un vertice di pace. “Se è pronto al meeting, venga a Mosca”. Putin ha detto di essere pronto a incontrare il presidente ucraino, ma il “vertice deve essere ben preparato”. Secondo Putin, la sicurezza dell’Ucraina non può essere garantita a scapito di quella della Russia.

“Sono d’accordo con chi crede che ogni Paese abbia il diritto di scegliere il proprio sistema per garantire la propria sicurezza. Questo vale per tutti i Paesi, compresa l’Ucraina”, ha aggiunto il presidente russo che avverte: “Se non arriveremo a un accordo sull’Ucraina, raggiungeremo i nostri obiettivi per vie militari”.

L’Ucraina è contraria ad un vertice a Mosca

La proposta del presidente russo Vladimir Putin di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Mosca è inaccettabile, ha dichiarato il governo di Kiev. Il ministro degli Esteri Andrii Sybiha ha affermato che almeno sette paesi, tra cui Austria, Vaticano, Svizzera e tre Stati del Golfo, sono pronti ad ospitare l’incontro. “Si tratta di proposte serie e il presidente Zelensky è pronto per un incontro di questo tipo in qualsiasi momento. Tuttavia, Putin continua a prendere in giro tutti facendo proposte consapevolmente inaccettabili”, ha dichiarato Andrii Sybiha.

Il vertice tra i leader europei e Zelensky

I leader europei che oggi si riuniranno a Parigi con il presidente Volodymyr Zelensky per discutere di garanzie di sicurezza per l’Ucraina sentiranno il presidente americano Donald Trump.

L’invito come strumento di negoziazione simbolica

L’invito di Putin a Zelensky di recarsi a Mosca per un vertice di pace va interpretato più come un gesto simbolico che come un’apertura genuina al dialogo. Il fatto che l’occasione sia stata offerta da una posizione di forza – mentre la Russia continua a bombardare infrastrutture civili e energetiche in Ucraina – suggerisce una tattica volta a imporre la propria cornice negoziale, piuttosto che cercare un confronto paritetico.

L’impasse sulle garanzie di sicurezza

Il veto russo riguardo alla sicurezza dell’Ucraina a spese della Russia riflette una visione che antepone la propria inviolabilità statuale a qualsiasi concessione in favore del vicino. Allo stesso tempo, l’auspicio di Kiev sul tipo di garanzie offerte – come quelle suggerite da analisti occidentali: forze peacekeeping internazionali, equipaggiamento avanzato e protezione a lungo termine – scontra il rifiuto categorico di Mosca, che condiziona l’eventuale accordo all’esclusione dell’Ucraina dalla NATO e al riconoscimento delle annessioni russe.

La credibilità della deterrenza militare

Numerosi esperti concordano: la vera garanzia di sicurezza per l’Ucraina non deriverebbe da promesse diplomatiche, bensì da una capacità militare reale, supportata da armi moderne e da basi avanzate europee. Ad esempio, la proposta di dispiegare una forza armata internazionale robusta (fino a 100.000 peacekeeper) e potenziare l’esercito ucraino è vista come deterrente concreto più efficace di qualsiasi accordo scritto.

Il dilemma delle concessioni unilaterali

Accettare i termini russi – che includono riconoscimento delle annessioni o stretto controllo su decisioni future – comporterebbe una resa. Piuttosto, molti osservatori ritengono che Mosca stia utilizzando la diplomazia come strumento di stallo, fino a quando le condizioni sul campo non le torneranno favorevoli. Inoltre, la scarsità di volontà politica in Occidente di impegnarsi in un conflitto diretto con la Russia indebolisce le prospettive di una pace credibile.

La posizione dell’Ucraina tra dignità e realismo

Per Kiev, partecipare a un vertice esclusivamente organizzato da Mosca non solo svilisce la sua sovranità ma equivarrebbe ad accettare un campo di dialogo preformattato. La contrapposizione tra sedi neutrali e Mosca non è solo strategica ma anche simbolica: Zelensky ribadisce il principio che una pace vera deve essere costruita in spazi equi, dove la conversazione abbia pari dignità.

Scritto da: DANIELE BIACCHESSI


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