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Il centrodestra vince le regionali in Calabria. Occhiuto confermato, Tridico e il campo largo sconfitti

today7 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Occhiuto trionfa nonostante le inchieste e la bassa affluenza: Tridico non sfonda, il centrosinistra esce ridimensionato. Le regionali delineano un’Italia divisa tra Nord e Sud.

In Calabria, tra centrodestra e centrosinistra non c’è stata partita. Occhiuto, indagato per corruzione, si era dimesso dopo aver ricevuto un avviso di garanzia. Sono state indette elezioni anticipate e la Calabria ha scelto nuovamente Occhiuto, a larga maggioranza, ma con una affluenza inferiore di quella registrata nel 2021.

Il candidato del campo largo, l’europarlamentare ed ex presidente dell’Inps Tridico non ha saputo convogliare un voto di protesta e costruire un’alternativa al potere consolidato di Occhiuto. Il risultato non ammette giustificazioni politiche. Ciò che era stato previsto dai sondaggi è stato rispettato.

Un Paese spaccato in due

La vittoria del centrodestra nelle Marche e in Calabria sarà seguita da quella delle prossime regionali del veneto, il feudo della Lega. Il centrosinistra vincerà con ogni probabilità in Toscana, Puglia, Campania. L’affluenza sarà nella media nazionale, cioè bassa, e al termine di queste elezioni di midterm all’italiana con milioni di potenziali votanti, avremo la fotografia di un Paese spaccato in due.


Regionali affluenza: numeri, contesti e “distorsioni”

I dati ufficiali mostrano che l’affluenza per le regionali 2025 in Calabria si è fermata al 43,27 % alla chiusura dei seggi, leggermente sotto il 44,37 % registrato nel 2021.

Questo calo, seppure modesto, conferma una tendenza ormai consolidata: da almeno quattro tornate regionali, la partecipazione non supera la soglia del 50 %.

Ma dentro questo dato grezzo si nascondono elementi che lo rendono più sfaccettato:

  • Aventi diritto vs aventi presenti: in Calabria ci sono circa 1.888.368 elettori iscritti (che includono cittadini residenti all’estero, iscritti all’Aire). Tuttavia, molti vivono fuori Regione oppure all’estero, e non votano quasi mai. 
    Se si considera solo la popolazione che effettivamente vive in Calabria (circa 1.200.000), la percentuale di chi si reca alle urne potrebbe essere molto più alta di quanto appare guardando al rapporto con gli aventi diritto “formali”.

  • Variazioni provinciali marcate: province come Vibo Valentia hanno registrato affluenze molto basse, il fanalino di coda, mentre Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza si attestano su percentuali leggermente più alte.

  • Registri temporali: le rilevazioni a ore diverse del giorno mostrano che l’affluenza cresce progressivamente, ma anche che nei momenti iniziali (mattina, primo pomeriggio) essa è particolarmente bassa. Un dato rilevato alle 12:30 indica circa il 7,7 % degli elettori, molto simile al dato 2021 della stessa fascia oraria.

Cosa suggeriscono questi dati

Quel che emerge è che il dato di affluenza “ufficiale” può nascondere distorsioni — non per malafede, ma per le caratteristiche uniche della popolazione calabrese:

  1. Diaspora interna ed esterna – molti calabresi vivono al di fuori della Regione, alcune migliaia all’estero. Pur essendo registrati come aventi diritto, non votano alle regionali, perché non è previsto il voto per corrispondenza per gli iscritti Aire in queste tornate. Ciò “pesa” sul numeratore dell’affluenza (voti) molto più che sul denominatore (aventi diritto), abbassando artificialmente la percentuale.

  2. Disaffezione vs scelta consapevole – basse affluenze possono indicare stanchezza nei confronti della politica, sfiducia nelle istituzioni, percezione che il risultato sia scontato, oppure semplicemente difficoltà logistiche o personali a recarsi ai seggi. In Calabria si sommano spesso fattori come la distanza, l’orario di lavoro, la mobilità (specialmente per chi vive lontano), anche problemi di trasporto pubblico o condizioni climatiche/morfografiche.

  3. Effetti generazionali e demografici – la (relativa) prevalenza di giovani, la migrazione interna, le differenze socio-economiche tra zone montane vs aree più urbanizzate generano disomogeneità nelle modalità e nella volontà di partecipare.

  4. Regole elettorali e “torta dei seggi” – come accennato in altri contesti, alle soglie di sbarramento e al peso delle circoscrizioni si accompagna il rischio che una parte consistente dei voti validi non entri nel riparto dei seggi, se le liste non superano le soglie. In Calabria, ciò significa che non solo chi non partecipa “non conta”, ma anche parte del consenso espresso viene “scartato” dal computo finale se la propria lista è sotto soglia.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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