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today1 Ottobre 2025
Tensione globale: Trump critica Putin e avverte sull’uso dell’arsenale nucleare, Hegseth annuncia svolta militare USA, mentre cresce l’allarme per la centrale di Zaporizhia.
Donald Trump ribadisce di essere molto deluso da Putin. “Alla fine risolveremo la situazione”, ha affermato il presidente americano parlando ai vertici militari a Quantico. “Spero di non dover mai usare l’arsenale nucleare”, ha detto Trump sostenendo di “averlo ricostruito”. Trump ha ribadito la sua volontà di mettere insieme Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky.
Intanto il servizio d’intelligence russo per l’estero (Svr) ha accusato i servizi segreti ucraini di preparare una “provocazione clamorosa” in Polonia con un attacco di commando e probabili raid con droni su “infrastrutture critiche”, per incolpare Mosca e la Bielorussia e così cercare di trascinare la Nato in una guerra con la Russia.
L’era del politicamente corretto nelle forze armate americane è finita. Ora bisogna prepararsi a combattere e vincere la guerra, per prevenirla. Questo è il messaggio lanciato dal capo del Pentagono Pete Hegseth, parlando ai generali americani riuniti d’urgenza a Quantico, davanti al presidente Trump. L’ordine di Hegseth è quello di rivoluzionare la politica interna e la cultura delle forze armate, più che una nuova direzione strategica, dopo aver cambiato lo stesso nome del ministero, diventato il dipartimento della Guerra. Proprio sul punto cruciale della nuova strategia nazionale, secondo il Washington Post, i leader militari hanno dubbi sulle scelte dell’amministrazione.
Secondo Zelensky, la centrale nucleare di Zaporizhia attualmente sta subendo il blackout più lungo della storia: sette giorni di interruzione dell’alimentazione elettrica e reti elettriche distrutte dai bombardamenti. “E’ importante che il mondo sia consapevole delle potenziali conseguenze. Contiamo su una risposta adeguata”, sostiene il leader ucraino . Intanto un attacco di droni russi sulla città di Dnipro, nell’Ucraina centrale, ha ucciso una persona e ne ha ferite almeno 20.
Le centrali nucleari, anche quando non producono energia (o quando sono in “cold shutdown”, come è il caso di Zaporizhia), continuano ad avere bisogno di energia esterna affidabile per mantenere operativi sistemi fondamentali: raffreddamento dei reattori residui, gestione del combustibile esausto, ventilazione, monitoraggio radiazioni, alimentazione dei sistemi di emergenza. Se queste funzioni vengono meno, il rischio di malfunzionamento, danni o peggio aumenta rapidamente.
Nel caso di Zaporizhia:
È già stato documentato che la centrale ha subito almeno dieci blackout completi dalla sua occupazione nel 2022.
Il blackout più recente ha comportato la disconnessione dell’ultima linea elettrica esterna valida, costringendo la centrale a fare affidamento sui generatori diesel per le sue funzioni interne.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) ha definito la situazione “deeply concerning” (profondamente preoccupante) e ha evidenziato che le forniture per i generatori di emergenza sono limitate nel tempo, benché al momento sufficienti per circa 20 giorni.
Molti non realizzano che i generatori diesel non sono una soluzione illimitata. Ecco alcuni vincoli che rendono la situazione tanto delicata:
Consumo di carburante: i serbatoi devono essere regolarmente riforniti, ma durante conflitti e zone occupate i rifornimenti possono essere interrotti o ostacolati.
Manutenzione e usura: i generatori, specie se utilizzati per lunghi periodi, richiedono manutenzione, sostituzione di parti, refrigerazione, etc. Quando sono l’ultima risorsa, ogni difetto può diventare critico.
Capacità limitata: i generatori coprono solo i carichi essenziali, non l’intero spettro di operazioni che la centrale svolge se fosse pienamente operativa. Ciò significa che alcuni sistemi secondari potrebbero essere dismessi, aumentando il rischio che problemi minori degenerino.
Dipendenza da condizioni di sicurezza esterne: i blackout non sono l’unico rischio; danni fisici alle linee elettriche, attacchi, possibili infiltrazioni, o il guasto dei generatori stessi — tutti elementi che richiedono sicurezza, controllo e interventi rapidi.
Un blackout protratto, o un guasto in catena (es. generatore che non parte, sistema di raffreddamento che fallisce), può portare a emissioni radioattive, surriscaldamento di combustibile esaurito, incendi, contaminazioni dell’acqua, eccetera. Anche se il peggio—un “meltdown” completo—non è probabilissimo, la soglia di rischio cresce esponenzialmente con ogni elemento che manca: energia, manutenzione, sorveglianza.
Scritto da: Daniele Biacchessi
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