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Nessun vertice tra Trump e Putin nei prossimi giorni

today22 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Trump e Putin rimandano il dialogo mentre cresce la tensione diplomatica sul futuro dell’Ucraina.

Non ci sono piani per un incontro nell’immediato futuro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Pochi giorni fa Trump aveva proposto un altro vertice con la sua controparte russa. L’incontro tra il ministro degli Esteri russo Lavrov e il segretario di Stato Rubio è stato momentaneamente sospeso e Lavrov dice: “Siamo contrari a un cessate il fuoco immediato”.

Prima dello slittamento del vertice Trump-Puti, il ministro degli Esteri polacco Sirkozi non aveva escluso l’atterraggio forzato di Putin e l’arresto se sorvolasse lo spazio aereo polacco per recarsi a Budapest. Sul leader russo pende il mandato d’arresto della Corte penale internazionale.

Kiev e Ue al lavoro su proposta in 12 punti per fine guerra

I leader europei in una dichiarazione congiunta scrivono: “Restiamo fedeli al principio secondo cui i confini internazionali dell’Ucraina non devono essere modificati con la forza”. Intanto le nazioni europee stanno lavorando con l’Ucraina su una proposta in 12 punti per porre fine alla guerra della Russia lungo le attuali linee di battaglia, respingendo le rinnovate richieste di Vladimir Putin agli Stati Uniti affinché Kiev ceda territori in cambio di un accordo di pace.

Si è saputo che anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fatto pressioni sull’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, affinché accettasse di rinunciare alla regione orientale del Donbass durante i colloqui della scorsa settimana a Washington.


Le rotte aeree: un’altra frontiera della diplomazia

Una dimensione nei grandi temi diplomatici è quella delle rotte aeree e delle restrizioni allo spazio aereo che intervengono in un contesto di tensione internazionale. Nel caso in oggetto – con riferimenti alla presenza del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, i voli tra Mosca e vari Paesi europei e il possibile incontro tra i leader – questo tema assume una rilevanza concreta e tangibile. Per esempio, è riportato che Lavrov abbia dovuto compiere un volo di circa sette ore per raggiungere l’isola di Malta, quando in condizioni normali il tragitto sarebbe durato significativamente meno.

Questa deviazione è dovuta, in parte, alle restrizioni europee all’uso dello spazio aereo da parte di aerei governativi russi imposte in risposta all’invasione ucraina. Questo prolungamento dei voli non è soltanto un fatto tecnico: comporta costi maggiori (carburante, tempo, logistica), limiti maggiori alla tempestività dei viaggi diplomatici e la necessità di evitare certi corridoi abituali. Si configura quasi come una nuova modalità di “attrito” logistico — non scontro diretto, ma ostacolo operativo.

Sorvoli negati, corridoi alternativi e implicazioni operative

In parallelo, uno Stato come la Polonia implementa misure rafforzate di sorveglianza del proprio spazio aereo. Ad esempio, l’acquisto di sensori aerostatici, in grado di tenere sotto controllo bersagli a bassa quota o difficilmente rilevabili, è stato considerato come un passo avanti nella difesa aerea. Anche per voli diplomatici, questi fattori contano: se un aereo governativo deve sorvolare regioni sensibili, entrare in corridoi stretti o cercare di evitare interferenze, l’organizzazione diventa più complessa.

In alcuni casi, paesi europei hanno rifiutato il passaggio aerei governativi russi, obbligando all’annullamento o al riprogrammazione del viaggio diplomatico. Ad esempio, la Bulgaria, la Macedonia settentrionale e il Montenegro avrebbero negato il sorvolo al volo di Lavrov verso la Serbia. Così, quello che sulla carta può sembrare un semplice “volo” diventa una sequenza complessa di permessi, autorizzazioni, settore logistico extra-ordinario. E quando la diplomazia è già in tensione, questi dettagli logistici assumono un’importanza più grande.

Impatto sul viaggio e sul trasporto: non solo missioni diplomatiche

Un secondo aspetto riguarda l’impatto sul turismo, sul commercio e sul trasporto passeggeri. In momenti in cui una nazione è soggetta a sanzioni o il suo trasporto aereo è penalizzato (volate cancellate, autorizzazioni negate), ciò ha conseguenze su interscambio, viaggi e connessioni tra popoli.

Mobilità diplomatica fra pianificazione e incertezza

Dal punto di vista personale, per il personale diplomatico, gli equipaggi di volo e le delegazioni, viaggiare in un contesto di restrizioni significa maggiore stress, potenziali rischi, tempi più lunghi e la consapevolezza che “essere in viaggio” implica – oltre alle normali procedure – un contesto geopolitico che può cambiare rapidamente.

Per le corti, per i ministri, per i loro staff, ogni ritardo può significare un incontro mancato, una dichiarazione rimandata, una comunicazione differita. L’effetto è che la diplomazia “in presenza” diventa un’operazione più onerosa e vulnerabile, e non solo per motivi di sicurezza.

Paesi terzi e corridoi logistici: ruoli emergenti

Infine, anche per i Paesi “terzi” che potrebbero offrire corridoi o sorvoli, queste restrizioni creano nuove opzioni di alleanze: paesi che permettono il sorvolo possono acquisire un ruolo di “ponte logistico” nelle relazioni internazionali. Dunque, il sistema del traffico aereo governativo assume una dimensione diplomatica in sé: quali rotte vengono aperte, quali sorvoli concessi, quali corridoi alternativi utilizzati.
In un certo senso, la geografia dei cieli diventa parte della diplomazia: non solo “chi incontra chi”, ma “come ci si arriva”.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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