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Trump: “Se Hamas rompe la tregua sarà annientato”

today21 Ottobre 2025

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Scritto da Daniele Biacchessi

Trump minaccia Hamas, Netanyahu rivendica la pressione militare, mentre Israele prosegue le incursioni a Gaza e in Libano. Gli Stati Uniti e l’Europa cercano di consolidare la tregua attraverso la diplomazia.

“Se Hamas rompe la tregua sarà annientato”, ha detto Donald Trump ribadendo che non ci saranno “militari americani a Gaza”. Secondo Benjamin Netanyahu, Hamas “ha sentito la spada sul collo” ed è stato costretto ad accettare l’attuale accordo su ostaggi e cessate il fuoco solo perché l’esercito israeliano è entrato a Gaza City.

Sempre il primo ministro israeliano ha rivelato che solo domenica le forze israeliane hanno lanciato 153 tonnellate di bombe sulla Striscia di Gaza. Intanto il ministero della Salute di Gaza ha dichiarato che 45 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 24 ore dal fuoco dell’Idf. E Hamas consegna un’altra salma. Si tratta del corpo del 13esimo ostaggio dei 28 che il movimento islamista si è impegnato a restituire a Israele nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

Le incursioni di Idf in Libano e a Gaza

L’esercito israeliano ha lanciato un attacco di artiglieria a Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Le forze israeliane (Idf) hanno poi confermato di aver attaccato obiettivi “dell’organizzazione Hezbollah nella zona di Nabatieh”. Hezbollah, affermano le Idf, “continua a tentare di ricostruire infrastrutture terroristiche”.

Il lavoro diplomatico per garantire la tregua

L’inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente Steve Witkoff e il genero e consigliere del presidente americano Donald Trump Jared Kushner sono in Israele. Hanno incontrato Netanyahu in vista della visita del vice presidente americano J.D. Vance nella regione. Gli Usa vogliono confermarsi garanti dell’accordo di cessate il fuoco.

“Vogliamo trasformare il cessate il fuoco e la prima fase del Piano Trump in pace”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’ambito del Vertice Med9 in Slovenia, una delle sessioni di lavoro è stata dedicata al Medio Oriente, alla presenza del Re di Giordania Abdullah II.

Interruzione della fornitura elettrica

La Striscia di Gaza, già soggetta a elevati livelli di vulnerabilità infrastrutturale, si trova ora ad affrontare una crisi profonda nel settore dell’energia elettrica e dell’accesso all’acqua, che ha conseguenze dirette sulla vita quotidiana della popolazione civile.

Le autorità israeliane hanno ordinato la sospensione della fornitura di elettricità verso Gaza a partire dal 9 marzo 2025. In particolare, secondo fonti locali, il collegamento elettrico che alimentava impianti strategici — come quello per la desalinizzazione dell’acqua — è stato interrotto, provocando gravi difficoltà. Prima di allora, già dal mese di ottobre 2023 le forniture erano state drasticamente ridotte.

Questo ha generato una serie di effetti a catena: molti ospedali e strutture sanitarie si sono ritrovati a funzionare solo con generatori o a sospendere parti dei servizi. Inoltre, le stazioni di pompaggio dell’acqua e gli impianti di trattamento delle acque reflue non riescono più a operare a pieno regime: ciò influisce sull’approvvigionamento idrico e sulla sanità ambientale.

Impatto sull’approvvigionamento idrico

Con l’interruzione dell’elettricità, gli impianti di desalinizzazione – essenziali in un’area densamente popolata e con accesso limitato a fonti naturali di acqua dolce – sono stati costretti a ridurre drasticamente la produzione. Ad esempio, un impianto a Deir el-Balah, che serviva una parte importante della popolazione, è stato segnalato come prossimo al collasso a causa della mancanza di energia e di carburante per gli alimentatori.

La capacità ridotta dell’impianto di desalinizzazione ha bisogno di elettricità e combustibile per operare pompe, filtri e impianti di controllo: senza questi, l’erogazione di acqua potabile è seriamente compromessa. Inoltre, in assenza di elettricità, i generatori che alimentano i pozzi o le pompe d’acqua non possono funzionare efficacemente. Questo porta molte famiglie a dipendere da camion-cisterna o sorgenti d’acqua meno sicure, aumentando il rischio sanitario.

Verso una maggiore resilienza

Nonostante la gravità della situazione, alcuni progetti puntano a un futuro più resiliente: l’introduzione di micro-reti solari, pompe alimentate a energia rinnovabile, e soluzioni decentralizzate che riducano la dipendenza da grandi infrastrutture centrali. Ma tali iniziative richiedono investimenti, stabilità e sicurezza per essere pienamente operativi.

Scritto da: Daniele Biacchessi


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