L'apertura di Giornale Radio

L’uragano Melissa colpisce la Giamaica: venti di 280 chilometri orari

today29 Ottobre 2025

Sfondo
share close
Scritto da Daniele Biacchessi

Oltre 1,5 milioni di persone coinvolte: l’uragano Melissa, secondo solo al leggendario Allen del 1980, minaccia Giamaica, Haiti e Cuba.

L’uragano Melissa colpisce la Giamaica e l’area del Caribe. Si tratta di una tempesta di categoria 5, la più potente mai registrata prima sull’isola caraibica: i venti hanno raggiunto i 280 chilometri orari. Oltre alla Giamaica l’uragano raggiunge Haiti e la Repubblica Dominicana, Cuba e le isole Turks e Caicos. Secondo una stima della Croce Rossa, l’evento coinvolge a vario titolo 1,5 milioni di persone.

Le prime zone colpite sono tutte nella costa sud-ovest e si trova a 30 miglia da Negril, a Treasure Beach, nelle principali località turistiche. Melissa è nella cinquina degli uragani più potenti mai abbattutisi sul Mar dei Caraibi: seconda solo ad Allen (il più potente mai visto, era il 1980), Wilma del 2005, Mitch nel 1998 e Gilbert del 1988: che è stato l’ultimo grande uragano a colpire direttamente la Giamaica.

Le misure di prevenzione

Il governo aveva dichiarato di aver fatto tutto il possibile per prepararsi, avvertendo di probabili danni catastrofici. “Non ci sono infrastrutture nella regione in grado di resistere a una categoria 5”, ha dichiarato il primo ministro Andrew Holness. Il ministro degli enti locali giamaicano Desmond McKenzie, prima dell’arrivo di Melissa, aveva lanciato un duro avvertimento alla popolazione: “Non è il momento di essere coraggiosi, non scommettete contro Melissa. Non si può vincere”.

Il ministro dell’energia e dei trasporti Daryl Vaz ha dichiarato che le sottostazioni ad alta tensione e le linee di trasmissione e di distribuzione in tutta l’isola sono state costrette a chiudere. Circa 240mila persone sono senza elettricità. L’azienda di servizi pubblici statale cubana Union Electrica (Une) ha annunciato la chiusura di due delle sue sette centrali termoelettriche e una centrale a combustibile in modo “controllato”.

Gli Stati Uniti hanno spostato le loro navi dispiegate nei Caraibi. Le forze statunitensi “hanno implementato piani per condizioni meteorologiche avverse e si sono allontanate da qualsiasi area in cui le condizioni meteorologiche attuali o previste siano pericolose e possano rappresentare livelli di rischio inaccettabili”, ha riferito il Comando Meridionale dell’esercito.

Uragano Melissa colpisce la Giamaica: effetti e conseguenze

Un aspetto spesso meno in primo piano quando si parla di grandissimi uragani come Uragano Melissa è l’effetto che la sua stessa dinamica genera sui mari e sugli oceani circostanti, e come questi effetti possano avere impatti rilevanti anche ben oltre la zona del landfall. Nel caso di Melissa — che ha raggiunto l’intensità di categoria 5 con venti record per la regione caraibica.

Innanzitutto, quando un uragano di tale potenza si forma e si muove sopra acque tropicali caldissime, la forza del moto vorticoso risucchia calore e umidità verso l’occhio del ciclone. Questo processo comporta una forte diminuzione della pressione atmosferica nel centro (uno dei criteri che più definiscono un uragano di categoria 5).

Nel frattempo, la superficie dell’oceano viene agitata da onde enormi, e al di sotto della superficie si registra un fenomeno noto come upwelling: il vortice “mescola” gli strati d’acqua più superficiali — già caldi — con quelli più profondi e più freddi, causando una diminuzione locale della temperatura superficiale del mare. Ciò, paradossalmente, può contribuire a far indebolire temporaneamente l’uragano stesso o influenzare la sua traiettoria e intensificazione.

Un secondo effetto rilevante, ma spesso sottovalutato, è rappresentato dall’anomala persistenza del calore residuo nell’ambiente dopo il passaggio dell’uragano. Studi condotti nei Caraibi hanno mostrato che dopo il passaggio di un ciclone tropicale si possono osservare anomalie positive del “heat index” (indice di calore percepito) anche di qualche grado sopra la media, in località che non sono state necessariamente colpite prima dal vento diretto. Questo significa che, anche quando l’occhio del ciclone e la zona più violenta sono già passati, restano condizioni termiche alterate che possono intensificare fenomeni secondari — ad esempio ondate di calore, umidità elevata, o addirittura temporali a distanza.

In terzo luogo, l’interazione uragano-oceano ha implicazioni per la tempesta di onde e mareggiate che precedono, accompagnano e seguono il passaggio. Anche se il landfall è in un punto preciso (nel caso di Melissa, secondo le segnalazioni, sulla costa sud-occidentale della Jamaica, vicino a zone turistiche come Negril e Treasure Beach), il mare mosso e la risacca possono colpire coste anche molto distanti dal centro.

Le onde generate possono superare vari metri di altezza, erodere spiagge, sfondare barriere coralline e mangrovie — che altrimenti fungono da protezione naturale — e possono peggiorare la situazione idraulica nelle aree costiere. Un documento della World Meteorological Organization (WMO) lo segnala come fattore sempre più importante nelle aree caraibiche, dove i sistemi di barriera costiera naturali risultano indeboliti.

Le correnti marine alzate e le onde intense possono cambiare la morfologia dei fondali, trasportare sedimenti, alterare la visibilità e la qualità dell’acqua. Le barriere coralline, se già indebolite da fattori come acidificazione o sbiancamento, subiscono danni ulteriori: la copertura viene ridotta, i rami possono rompersi, e questo rende l’ecosistema più vulnerabile ai cicloni futuri. Allo stesso tempo, le mangrovie e le foreste costiere — che servono anche come zona tampone — possono essere distrutte o danneggiate, con conseguenze sulla stabilità della costa, sulla vita marina e sulla biodiversità.

Scritto da: Daniele Biacchessi


GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.