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A cura di Ferruccio Bovio
Confessiamo, in tutta franchezza, che non avevamo mai sentito nominare Marijorie Taylor Green, la parlamentare americana – fedelissima del presidente Trump – che ha festeggiato sui social la morte di papa Bergoglio, parlando di “grandi cambiamenti nella leadership globale”, poiché il male sarebbe stato “sconfitto per mano di Dio”. Ma questo modo – decisamente rozzo e spietato – di manifestare la propria avversione nei confronti di un pontefice che su temi come l’immigrazione o il commercio delle armi ha, indubbiamente, sempre espresso opinioni in aperto contrasto con quelle dell’estrema destra americana, ci sorprende fine a un certo punto: soprattutto, se teniamo conto dei criteri alquanto bizzarri spesso adottati dal Tycoon nel selezionare la sua classe dirigente…
Ci sorprendono, invece – se non nella sostanza, almeno nella forma – le parole di rancorosa soddisfazione pronunciate a caldo da un personaggio che, al contrario della cinquantenne deputata della Georgia, ci era già ben noto. E ci riferiamo al cardinale Carlo Maria Viganò (scomunicato lo scorso anno), il quale alla notizia della scomparsa del papa argentino, ha prontamente dichiarato che era finalmente giunto il momento in cui anche l’anima di Mario Bergoglio avrebbe dovuto “rendere conto dei crimini di cui si è macchiata, primo fra tutti l’aver usurpato il soglio di Pietro per distruggere la Chiesa Cattolica e perdere tante anime”. Per chi non lo sapesse, quello del porporato ufficialmente privato dell’anello cardinalizio, non è lo sfogo di un ultimo arrivato, ma è l’anatema lanciato da un uomo che, in passato, ha ricoperto cariche di assoluta rilevanza in Vaticano, al punto da divenire addirittura nunzio apostolico negli Stati Uniti.
Fino al 2018, anno in cui, Viganò invia una clamorosa lettera a Papa Francesco, accusandolo di aver coperto gli abusi sessuali del cardinale McCarrick e di agire come una sorta di Papa/Anticristo, d’accordo con la massoneria mondiale. Ieri, a tutti questi addebiti a carico del Pontefice appena defunto, l’inviperito cardinale (ridotto allo stato laicale), ha aggiunto anche i presunti “farneticamenti ereticali”, in base ai quali il Papa avrebbe negato l’esistenza dell’inferno, sostenendo di credere, piuttosto, nello spegnersi nel nulla delle anime di coloro che non si sono mai pentiti dei mali commessi nel corso delle loro esistenze. Se possiamo esprimere, da laici e agnostici quali siamo, una nostra preferenza tra l’inferno inappellabile e concettualmente dantesco al quale sembra pensare Viganò e l’ipotesi avanzata da Bergoglio, ci pare che sia la seconda ad essere più in sintonia con tutto il portato del messaggio di Cristo nel suo complesso.
Tuttavia, poiché nessuno è mai tornato indietro per raccontarci cosa ci aspetti dopo che abbiamo chiuso gli occhi per sempre, stentiamo a capire come, a 228 anni dall’abolizione dell’Inquisizione, due uomini di indiscutibile livello intellettuale – come Bergoglio e Viganò – possano ancora scontrasi e delegittimarsi a vicenda, su un problema di così impossibile soluzione, quale è quello dato dal cosa ci possa, eventualmente, attendere oltre la più misteriosa tra le soglie. Sinceramente, tanto accanimento settario da parte di chi, fino a ieri, aveva occupato persino le più alte posizioni vaticane a livello diplomatico, non può che spaventarci…Ne deduciamo, infatti, che, evidentemente, quello dell’integralismo religioso non è affatto un fenomeno che riguarda ormai soltanto culture lontane dalle nostre e confessioni diverse da quelle cristiane, ma rappresenta ancora un rischio latente – e tutt’altro che sconfitto – anche per le società europee.
E voi, amici ascoltatori, condividete le nostre preoccupazioni, oppure pensate che stiamo facendo dell’inutile allarmismo? Scriveteci, se lo volete, sapendo che Giornale Radio è sempre molto curiosa di conoscere le vostre opinioni.
Credits Foto: AI
23 Aprile 2025
Scritto da: Redazione
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