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A cura di Ferruccio Bovio
Non si placano le polemiche sorte alcuni giorni fa dopo che, da parte della maggioranza di governo (cui si è aggiunta anche Italia Viva), era partita la proposta di istituire una giornata dedicata alla memoria delle vittime degli errori giudiziari. La data individuata sarebbe quella del 17 giugno, coincidente con quella in cui, nel 1983, avvenne l’arresto di Enzo Tortora. L’Associazione Nazionale Magistrati, nella persona del suo presidente, Giuseppe Santalucia, ha subito espresso la sua netta contrarietà all’iniziativa, interpretandola come un ulteriore tentativo di “delegittimare” il lavoro dei giudici. Sulla questione è intervenuta anche la vice direttrice del TG di La7, Gaia Tortora – figlia del popolarissimo presentatore finito, senza un concreto motivo, nel vortice della tempesta giudiziaria – la quale si è, a sua volta, soffermata sull’atteggiamento (da lei definito “scandaloso”) assunto, in queste ore, dal PD, rimasto – naturalmente a suo avviso – sostanzialmente trincerato dietro ad un imbarazzato silenzio.
Santalucia però, almeno fino ad oggi, rimane fermo sulle sue posizioni, ribadendo che l’idea di celebrare, ogni anno, la giornata del 17 giugno comporterebbe il rischio “di dare ai cittadini una rappresentazione dei palazzi di giustizia come di luoghi in cui si comprimono i diritti”. E più in là si spinge, inoltre, il segretario generale dell’Associazione, Salvatore Casciaro, sostenendo che “si farebbe passare l’errata equazione che l’errore giudiziario sia l’errore del giudice, quando è, invece, un errore del sistema”. Saremo senz’altro ignoranti e limitati, ma che cosa intendesse dire con “errore di sistema” non ci è affatto chiaro. Al contrario, ben più chiari ci risultano i numeri che ci forniscono le statistiche, secondo le quali ogni anno settemila persone finiscono in carcere per poi essere assolte: basti pensare che, solo nel 2023, lo Stato è stato costretto a pagare circa 28 milioni di risarcimenti per ingiusta detenzione.
In media, il 10 per cento di chi finisce in cella alla fine viene dichiarato innocente…e non ci sono soltanto i casi drammatici come quello di Enzo Tortora, rimasto per quattro anni con impresso addosso il marchio di infamia del traffico di stupefacenti o quello di Beniamino Zancheddu, il pastore sardo rinchiuso in carcere per 33 anni, per via di un omicidio mai commesso…Ci sono anche quelli di coloro i quali non subiscono l’onta delle manette, ma vengono, tuttavia, travolti dagli avvisi di garanzia che li costringono a dimettersi, a rinunciare alle proprie carriere, ad affrontare lunghi anni di processi costosissimi da cui, prima o poi (ma è quasi sempre poi) escono assolti, ma umanamente distrutti e spesso gravemente malati. Il presidente Santalucia, per corroborare il suo ragionamento, paragona l’eventuale istituzione della Giornata del 17 giugno, a quella che, a sua volta, potrebbe essere una ipotetica “giornata delle vittime degli errori diagnostici”. A parte il fatto che, almeno secondo noi, nel ricordare anche chi ha subito danni dalla malasanità non ci sarebbe niente di particolarmente strano, voi, amici ascoltatori, la pensate come lui?
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
16 Dicembre 2024
Scritto da: Giornale Radio
Il Timone di Daniele Biacchessi è il punto pomeridiano sulle principali notizie della giornata: ospiti di primo piano, commenti, analisi, anticipazioni. Narrato dal direttore editoriale di Giornale Radio.
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