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L'opinione

La fine del numero chiuso a Medicina e Chirurgia non convince ordini e sindacati dei medici

today26 Aprile 2024 911

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A cura di Ferruccio Bovio

La riforma, appena approvata all’unanimità dal Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato, prevede la libera iscrizione al primo semestre di Medicina e chirurgia, di Odontoiatria e di Veterinaria, senza dover superare il selettivo e temutissimo test di accesso universitario, attualmente in vigore. Solo prima che inizi il secondo semestre accademico, gli aspiranti medici saranno tenuti ad affrontare alcune prove in discipline di area biomedica, farmaceutica e veterinaria, il cui superamento sarà condizione “sine qua non” per meritare l’ambito OK al proseguimento del percorso che conduce alla laurea. Nel caso di mancata ammissione, verranno, comunque, riconosciuti i crediti formativi utili per poter accedere ad altre facoltà affini.

Il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, sintetizza l’esito del lavoro svolto in Senato con tre parole: “trasparenza, equità e merito” ed aggiunge di sentirsi orgogliosa di una riforma che archivia il numero chiuso, puntando “all’eccellenza ed alla valorizzazione delle competenze”. Ed anche il mondo politico, in generale, esprime il suo apprezzamento per il testo licenziato dal Senato, sottolineando – come, ad esempio, fa il governatore del Veneto, Luca Zaia – che “i grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l’iter degli studi e poi si confrontano in sala operatoria e in corsia. Non certo con un assurdo sbarramento iniziale con test a crocette”.

Però, di parere ben diverso sembra essere la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, secondo cui  eliminare il numero chiuso a Medicina significa essenzialmente produrre dei futuri disoccupati, visto che, nel giro di una decina d’anni, in Italia ci saranno migliaia di laureati che non avranno alcuna possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Un’opinione condivisa anche dall’ANAOO – ASSOMED,  il maggiore sindacato dei medici ospedalieri, che definisce lo stop al numero programmato alla Facoltà come “il colpo di grazia alla formazione medica”, dal momento che aprire le porte a 70.000 nuovi studenti vuol dire solamente “confondere il diritto allo studio, con il diritto all’iscrizione ad una determinata facoltà universitaria”. Di conseguenza, l’ANAOO preannuncia petizioni e manifestazioni in ogni parte d’Italia, a difesa della “formazione medica, della professione e soprattutto del sistema di cure pubblico”.

Sappiamo con certezza (per averne osservati alcuni da vicino) che, in certi casi, le domande contenute nei test di ammissione degli anni passati sono risultate completamente avulse da quella che avrebbe dovuto essere una verifica delle conoscenze scientifiche di base dei candidati. Oppure davano, incomprensibilmente, già per scontate nozioni di chimica o di biologia che, invece, si apprendono, proprio durante il corso di laurea…E quindi, almeno a questo proposito, tendiamo a concordare con Zaia. Tuttavia, non possiamo nascondere il timore che, una volta aperti i cancelli di ingresso a chiunque voglia varcarli, nessuno avrà poi il coraggio politico di rimandare indietro chi non dovesse risultare all’altezza della situazione.

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26 Aprile 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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