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A cura di Ferruccio Bovio
Oggi, come ogni 7 gennaio, si celebra in tutta Italia la Festa Nazionale del Tricolore, istituita nel 1996 in occasione dei duecento anni trascorsi dall’adozione di quella che poi sarebbe divenuta la bandiera italiana, da parte della Repubblica Cispadana: il primo stato sovrano in terra italica a scegliere, appunto, il tricolore, quale simbolo di quell’unità nazionale cui avrebbero dovuto tendere tutte le popolazioni che abitavano la nostra Penisola. La scelta dei colori si deve ad un illuminista e consigliere della neonata Repubblica, Giovanni Compagnoni, che sostituisce il blu del drappo francese con il verde che, nelle sue intenzioni, deve simboleggiare un richiamo al rispetto dei diritti naturali e di uguaglianza. Nel corso nel tempo, durante tutto il Risorgimento, il tricolore cispadano verrà gradualmente esteso a tutti i territori che, in oltre vent’anni di conflitti, andranno alla fine a costituire, stabilmente, quello nazionale. Fino ad arrivare alla nostra attuale Costituzione repubblicana che, all’art.12, recita che “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.
Tuttavia, ci domandiamo se l’evento che si festeggia oggi sia veramente un qualche cosa che ci coinvolge emotivamente e consapevolmente, oppure – un po’ come tutte le cose che hanno a che vedere col patriottismo – tenda a rientrare nell’ambito di quegli argomenti che, se proprio non è indispensabile, si preferiscono evitare, nel timore di andare a ricadere nei meandri di una retorica come quella con cui – per tutta la durata del Ventennio – l’esaltata propaganda nazionalista, voluta dal fascismo, aveva plasmato ogni aspetto della società italiana. Spesso abbiamo avuto la sensazione che gli unici veri momenti nei quali affiori, in maniera spontanea e davvero convinta, una sorta di passione per il Tricolore, siano solamente quelli legati a qualche straordinario successo sportivo…E forse, oltre ai timori descritti prima, a determinare una scarsa coesione nazionale hanno concorso anche le modalità, attraverso le quali, si è realizzata l’Unità nazionale stessa, percepita probabilmente, un po’ ovunque, più come l’estensione di un solo Stato preunitario che ha poi finito per assorbire tutti gli altri, piuttosto che come la realizzazione di un grande progetto ideale. E voi, amici ascoltatori, come vi ponete di fronte ai valori ispirati dal patriottismo? Rimanete indifferenti e distanti, quasi fossero rimasugli di un passato destinato a dissolversi in un mondo sempre più organizzato a livello sovranazionale oppure ritenete che conservino ancora una loro importanza fondativa sia a livello sociale, che istituzionale?
Credits Foto: Freepik
7 Dicembre 2025
Scritto da: Giornale Radio
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