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L'opinione

La Giornata Mondiale del Cervello

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A cura di Ferruccio Bovio

Oggi, lunedì 22 luglio, si celebra la Giornata Mondiale del Cervello. Sappiamo che il cervello è un organo estremamente complesso, dal quale – come già spiegava la medicina più antica – derivano gioie, piaceri, allegrie e divertimenti, così come dolori, tristezze, sconforto e lamenti. Si compone di circa 86 miliardi di neuroni, organizzati in complesse reti di innumerevoli connessioni, che la scienza contemporanea definisce “network neurali”: ed è proprio la comunicazione fra neuroni a dare origine a tutte le funzioni che ci caratterizzano come esseri viventi, dal movimento al pensiero.

Questa ricorrenza ormai divenuta una costante di ogni 22 luglio, è stata voluta dalla World Federation of Neurology, con l’obiettivo di ricordaci che il nostro cervello merita attenzione e cure adeguate e che occorre, quindi, promuovere, tra la gente, una maggiore consapevolezza circa le abitudini da adottare per mantenere il nostro organo di governo al meglio delle sue capacità.

Infatti, con l’età media  della popolazione in deciso aumento, cresce, inevitabilmente, anche il numero dei casi di decadimento cognitivo, accompagnati dal notevole incremento delle malattie neurologiche degenerative come il morbo di Parkinson e le demenze: un trend che comporta, quindi, sfide serissime da affrontare sia a livello medico, che sociale ed economico.

Certo,  l’invecchiamento è un fattore fisiologico col quale ogni individuo deve gradualmente rassegnarsi a fare i conti, ma è pur vero che è anche possibile influire – almeno in una certa misura – sul modo in cui lo si affronta. Intendiamo dire che, sebbene non si conosca una ricetta per invecchiare in salute che sia  valida per tutti, esistono tuttavia alcuni accorgimenti che, secondo svariati studi, dimostrano come alcune attività siano in grado di proteggere il cervello. Ad esempio, sembra che un moderato consumo di caffè riduca il rischio di andare a fare precocemente la conoscenza del signor Parkinson o del signor Alzheimer…Più in generale, gli specialisti consigliano di tenersi sempre attivi mentalmente: e non si tratta di passare i pomeriggi a risolvere equazioni di secondo grado, ma anche molto più banalmente di dedicarsi ad un hobby come l’enigmistica oppure il suono di uno strumento musicale: tutte attività che, impegnando il cervello, riducono il rischio di demenza.

I dati forniti dalla Federazione Mondiale di Neurologia ci dicono che più di un miliardo di persone sono colpite da disturbi neurologici in tutto il mondo e rappresentano, di fatto, quella che, non a caso, è stata anche definita la ”epidemia del XXI secolo”. Abbiamo, secondo voi, in Italia, un’adeguata consapevolezza politica circa la gravità e la vastità di questo fenomeno sanitario e sociale che, giorno dopo giorno, sta diffondendosi sempre più a macchia d’olio?

22 Luglio 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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