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A cura di Ferruccio Bovio
Oggi, 31 ottobre, compie i suoi primi cento anni la Giornata Mondiale del Risparmio, istituita, infatti, proprio in questo giorno del 1924, durante il Congresso Internazionale del Risparmio che si tenne a Milano. La finalità di questa ricorrenza è, da sempre, quella di sensibilizzare le persone sull’importanza di risparmiare denaro, promuovendo comportamenti economici responsabili: e in un mondo così caratterizzato da una forte propensione al consumo e dalla facilità nei pagamenti, non guasta certo che, ogni tanto, si presenti anche qualche occasione per riflettere sull’importanza che assume il risparmio nel garantire, anche a livello sociale, sicurezza e resilienza economica.
Ecco perché un po’ tutte le numerosissime iniziative che vengono promosse oggi in ogni nostra regione (soprattutto nelle scuole), tendono a sottolineare come, in uno scenario globale in cui la stabilità economica e la salvaguardia dell’ambiente sono costantemente minacciate, il risparmio vada considerato non solo uno strumento essenziale per garantire il benessere personale, ma anche per preservare quello delle società in cui viviamo. In altre parole, se andiamo ad osservare le diverse percezioni attraverso le quali il concetto stesso di risparmio è stato vissuto nel secolo che ci separa da quel 31 ottobre del 1924, coglieremo una sua graduale evoluzione, che si è manifestata tramite fasi differenti e talvolta pure contrastanti: dall’essere ritenuto, agli inizi del Novecento, una sorta di dovere morale al divenire poi, negli Anni del Boom, un vero e proprio strumento col quale costruire una prosperità familiare, fino a subire, in tempi più recenti, un certo ridimensionamento morale, imposto da una cultura più consumista e più attenta, quindi a feticci da esibire quali status symbol.
Tuttavia, ad invertire questa tendenza così poco riguardosa nei confronti del denaro messo da parte, è intervenuta la gravissima crisi economica globale del 2008, che ha indotto molti di noi a rivalutare le sane ed antiche virtù del risparmio, intendendolo quale elemento fondamentale sia per rinsaldare le sicurezze del momento, che per premunirsi in vista di eventuali incertezze future. L’Italia che, fino a non troppo tempo fa, figurava al secondo posto (dietro al Giappone) nella classifica mondiale sulla propensione al risparmio, è scivolata ultimamente in 17esima posizione: ciò nonostante, come recentemente confermato dal Censis, con una percentuale che raggiunge il picco del 76,7%, il nostro resta, comunque, un Paese di risparmiatori che, nel 2023, accumulavano ancora, sui loro conti correnti, la bellezza di 1,153 miliardi di euro: e vale a dire, più del 50% del PIL complessivamente registrato dal nostro sistema economico nello stesso anno.
E voi, amici ascoltatori, rientrate nella fascia virtuosa (ma anche fortunata) che riesce ancora a mettere da parte qualcosina, pensando al proprio futuro?
Credits Foto: Pexels
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Scritto da: Giornale Radio
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