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A cura di Ferruccio Bovio
Oggi, 11 febbraio è la Giornata internazionale delle donne nella scienza, istituita il 22 dicembre 2015, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per promuovere un accesso pieno e paritario alla partecipazione nella ricerca scientifica. E per quanto riguarda il nostro Paese, questa ricorrenza è senz’altro un’occasione importante per riflettere sui risultati finora ottenuti, ma anche (e soprattutto) sui tanti che non sono, invece, ancora stati raggiunti. Se andiamo a leggere alcuni dati recentemente forniti dall’Osservatorio Stem di Deloitte, apprendiamo che le ragazze italiane iscritte a un corso di laurea nelle cosiddette materie Stem (e cioè, scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono solo il 14,5% di quelle che complessivamente frequentano l’università e si collocano molto al di sotto della media europea. Inoltre, circa la metà delle studentesse intervistate mostra di essere rimasta condizionata da vecchi stereotipi di genere, che però continuano a rappresentare un forte disincentivo a intraprendere certi percorsi di studio.
Come poi si può facilmente immaginare, questo tipo di divario non può che riflettersi anche nel mondo del lavoro, dove, in generale, un po’ in tutta Europa le donne rinunciano a intraprendere la carriera accademica, arrivando a costituire solo il 33% dei ricercatori ed il 26% dei professori ordinari. E si tratta di una disparità che si accentua proprio in relazione alle materie Stem, visto che, se per le discipline umanistiche le donne occupano oltre il 30% delle posizioni più alte della carriera, la percentuale scende al 22% per le scienze naturali ed al 17,9% per le aree connesse a ingegneria e tecnologia. E qui, purtroppo, ci duole segnalare che l’Italia si colloca solamente al terzultimo posto a livello continentale. Dobbiamo, quindi, darci da fare per aiutare le ragazze italiane a superare alcune barriere psicologiche che – come, del resto, evidenziato da una ricerca di Save the Children di due anni fa – le portano a considerare le materie scientifiche come poco adatte al proprio genere, sebbene manifestino, per le stesse, interesse e curiosità nella misura del 54%. E voi, amici ascoltatori, cosa ne pensate? Non sarebbe l’ora di archiviare quell’assurdo pregiudizio secondo il quale, per una donna intelligente ci sono l’arpa o i poeti latini, ma – per carità – niente numeri, altrimenti, se impara a fare di conto, c’è pure il rischio che poi magari pretenda di andare a comandare nelle banche, nelle fabbriche o nei cantieri…insomma, dove gira il denaro e dove si gestiscono sul serio le cose del potere e dell’economia?
Credits Foto: Grok
11 Febbraio 2025
Scritto da: Redazione
Il Timone di Daniele Biacchessi è il punto pomeridiano sulle principali notizie della giornata: ospiti di primo piano, commenti, analisi, anticipazioni. Narrato dal direttore editoriale di Giornale Radio.
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