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In questi giorni di metà marzo, è entrato nel suo dodicesimo anno di vita il pontificato di papa Francesco Bergoglio. Era, infatti, la sera del 13 marzo 2013 quella in cui il cardinale argentino di origini piemontesi si presentò al mondo con un confidenzialissimo “buona sera”.
Il destino non è stato particolarmente clemente nei suoi confronti, obbligandolo a confrontarsi, fin da subito, con una fase storica funestata da conflitti forse insanabili e che, non a caso, Bergoglio stesso ha poi definito come una “guerra mondiale a pezzi”. Ed a questo proposito, non si possono contare i suoi appelli alla pace ed all’esercizio di una saggezza che fosse, finalmente, capace di conciliare gli interessi di tutte le parti belligeranti. Appelli che talvolta sono stati giudicati come viziati da ingenuità, da superficialità, se non addirittura da pregiudizi ideologici anti occidentali. Appelli che, comunque, se presi in considerazione seriamente, qualche vittima di troppo l’avrebbero certamente evitata. Pertanto, vista l’impotenza delle esortazioni (non pretendiamo alla fratellanza umana, ma almeno al buon senso),
ci domandiamo preoccupati se, negli ultimi tempi, la bergogliana “guerra mondiale a pezzi” non abbia iniziato a prendere, sempre più drammaticamente, le sembianze di un terzo conflitto mondiale “tutto intero”. Conflitto che però – a differenza dei due che l’hanno preceduto nel Novecento – questa volta ben difficilmente potrebbe finire con dei vinti e dei vincitori…Per ora, a richiamare le nostre attenzioni sulla concreta possibilità che il Pianeta stia andando pericolosamente incontro ad una catastrofe nucleare, ci hanno pensato, più volte, alcuni reggi coda del regime putiniano, le cui parole, per fortuna, contano per quello che contano…e cioè, niente. Tuttavia, in una intervista televisiva rilasciata due giorni fa, è stato, con ben altra autorevolezza, lo stesso leader del Cremlino a chiarire che se la sovranità russa dovesse essere messa in pericolo “ allora le useremo le nostre atomiche…”. E, questa volta, sono le parole di un uomo che, in genere, fa quello che dice.
Per parte loro, le altre potenze atomiche evitano accuratamente anche il benchè minimo accenno ad ogni ipotesi di Apocalisse, dando la netta impressione di volerla considerare alla stregua di una banalissima arma spuntata di propaganda, da lasciare pure – se proprio la vuole – tra i giocattoli con cui si diverte lo zar di Mosca… Tuttavia, prima di sottovalutare la credibilità di certe minacce verbali, sarebbe opportuno cercare di capire cosa intenda veramente Putin quando parla di “sovranità messa in pericolo”: se, infatti, si riferisce anche al Dombass ed alla Crimea – considerandoli come territorio nazionale – allora, almeno secondo noi, c’è poco di che stare tranquilli…
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Credits Foto: Agenzia Fotogramma
15 Marzo 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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