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Lo spreco dell’acqua: si può davvero invertire la tendenza?

today22 Marzo 2024

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A cura di Ferruccio Bovio

Oggi, 22 marzo,  si celebra la 31esima Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU per ricordare sia l’importanza, che lo sfruttamento delle risorse idriche del pianeta da parte dell’uomo. E purtroppo, riguardo a questo tema, i dati sono tutt’altro che confortanti, se sono vere le stime fornite dalle stesse Nazioni Unite, secondo le quali il fabbisogno di acqua potabile cresce, ogni anno, nella misura dell’1%: il che significa – tanto per fare un esempio – che andando avanti di questo passo, tra 50 anni l’umanità necessiterà del 50% di quantità in più, in un mondo che, invece, ne dispone sempre di meno. L’acqua non è, infatti, una risorsa infinita come sembriamo pensare noi quando magari la lasciamo scorrere eccessivamente a lungo per lavare l’insalata o per innaffiare le piante sul balcone…

Certo, nessuno pensa di suggerirvi di seguire l’esempio del presidente del WWF,  Fulco Pratesi, il quale ammette candidamente di non farsi una doccia da sessant’anni e di usare lo sciacquone del water il meno possibile, poiché – a suo giudizio – è assurdo servirsi dell’acqua potabile per pulire i bagni. Tuttavia, non è neanche pensabile di continuare a far finta di ignorare che, come riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2022 circa 2,2 miliardi di persone non disponevano ancora di acqua sicuramente potabile e che ben 115 milioni di esse, se non volevano morire di sete, dovevano arrangiarsi bevendo l’acqua piovana raccolta, in qualche modo, per strada. Inoltre, altri 3,5 miliardi di individui erano risultati privi di servizi igienico – sanitari degni di questo nome, con 419 milioni di essi costretti a defecare all’aperto. Ecco perché uno degli obbiettivi primari, fissati dalle Nazioni Unite, è oggi quello di estendere a tutto il pianeta, entro il 2030, la disponibilità di igiene e di acqua potabile.

Tra il dire e il fare, come è noto, c’è di mezzo il mare, a proposito del quale ci viene da ipotizzare che una valida risposta al problema in questione possa arrivare proprio dalla desalinizzazione delle sue acque. Anche perché, francamente, ci pare anche piuttosto arduo – se non addirittura improponibile – aspettarsi che le società economicamente più avanzate rinuncino spontaneamente a quelle abitudini di consumo che, per loro, non rappresentano soltanto delle comodità, ma anche delle indispensabili garanzie contro la diffusione di tante malattie.

Comunque, tutti noi, traendo proprio lo spunto dalla Giornata che si celebra oggi, potremmo, nel nostro piccolo, cominciare a sforzarci di limitare i nostri sprechi, cercando, quindi, di contribuire alla soluzione di un problema così intollerabile, anche attraverso qualche “goccia” della nostra solidarietà umana. Tuttavia, secondo voi, al di là di ogni considerazione di carattere etico, l’impegno individuale, sul piano della concretezza, può davvero servire a qualcosa?

Risultati del sondaggio sui nostri social:

Alla domanda, il 50% di voi ha risposto SI, mentre il 50% ha risposto NO. Grazie per aver partecipato al sondaggio di Giornale Radio, continua a votare con noi! Giornale Radio conta su di te.

22 Marzo 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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