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A cura di Ferruccio Bovio
Il ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara, al fine di contrastare il fenomeno delle aggressioni ai docenti, ha chiesto che venga, al più presto, introdotta la misura dell’arresto in flagranza per gli assalitori. La goccia che ha fatto traboccare il vaso della sopportazione ministeriale è da ricercarsi in quanto è recentemente avvenuto in un istituto scolastico superiore di Casarano, dove un insegnante si era permesso di scrivere, sul registro di classe, una nota di biasimo nei confronti di un suo alunno, il quale – sentendosi evidentemente oltraggiato – non ha esitato ad inviare un messaggio al padre, invitandolo testualmente a “venire a scuola a spaccare la faccia al professore”. E l’accorato appello lanciato dal povero pargoletto umiliato non è rimasto certamente inascoltato, tanto è vero che, pochi minuti dopo il suo inoltro, nei corridoi e nelle aule dell’istituto professionale “Bottazzi” è puntualmente suonata la carica dell’ “arrivano i nostri”, guidati però – in questo caso – non da John Wayne o da Henry Fonda, ma bensì dal focoso papà che, per l’occasione, si era fatto spalleggiare anche da un altrettanto agguerrito figlio maggiore. Va da sé che allo sventurato docente, per portare la sua pelle a casa, non è rimasto altro che rifugiarsi nei gabinetti, chiudendosi bene a chiave e restando in attesa che, sul posto, giungessero finalmente i Carabinieri per toglierlo dai guai.
Ecco, dunque, il motivo per cui Valditara ha proposto al suo collega della Giustizia, Carlo Nordio, di estendere la misura dell’arresto in flagranza di reato anche alle alle aggressioni del personale scolastico, sulla falsa di riga di quanto già previsto per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari, sociosanitari e dei loro ausiliari. L’iniziativa del ministro ha raccolto ampio consenso tra i dirigenti scolastici, i quali – come ha spiegato una nota dell’Associazione Nazionale Presidi – “non possono più essere oggetto di aggressioni e violenze divenute negli ultimi anni sempre più frequenti”. E in effetti, i dati più recenti di cui disponiamo ci dicono che, tra gennaio 2023 e febbraio 2024, gli episodi di violenza subiti da presidi e professori sono stati 133: un numero senz’altro ragguardevole, anche se da inquadrarsi, comunque, in un contesto che, essendo composto da circa quarantamila istituti scolastici, ne ridimensiona forse un tantino l’allarmante portata.
Tuttavia, a noi pare che, in questi casi, la pur necessaria componente repressiva possa svolgere, più che altro, una funzione palliativa, rispetto al grave problema che sta, invece, a monte e che consiste nell’incapacità più assoluta di tanti genitori nel riconoscere i limiti ed i difetti dei propri figli. Basta andare su un campetto di calcio per osservare orde indemoniate di mamme e di papà che lanciano insulti e maledizioni a destra e a manca, fino ad arrivare a picchiarsi fra di loro o ad incitare il loro bambino a spaccare una caviglia al giocatore avversario…Poi, per favore, non facciamo finta di meravigliarci dinanzi alle quantità impressionanti di bullismo, di razzismo o di violenza sessuale che ci girano intorno…Insomma, una volta, si tornava a casa preoccupati e con la certezza di essere rimproverati per un brutto voto o per una nota presa in classe, perché il maestro “aveva sempre ragione”. E anche questo non era affatto giusto, perché pure chi insegna non sempre sa essere equanime e comprensivo. Tuttavia, non vi pare che oggi si tenda, realmente, ad eccedere nel giustificare, senza se e senza ma, ogni azione commessa dai nostri figlio o dai nostri nipoti?
Credits Foto: Agenzia fotogramma
12 Febbraio 2025
Scritto da: Redazione
Il Timone di Daniele Biacchessi è il punto pomeridiano sulle principali notizie della giornata: ospiti di primo piano, commenti, analisi, anticipazioni. Narrato dal direttore editoriale di Giornale Radio.
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