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L'opinione

Spiacenti: l’elisir di lunga vita non esiste

today15 Ottobre 2024 813

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A cura di Ferruccio Bovio

Il sensibile aumento dell’aspettativa di vita, registrato nel corso del Novecento, aveva ottimisticamente indotto diversi studiosi a ipotizzare un futuro prossimo in cui sarebbe divenuto molto più facile raggiungere e superare il traguardo dei 100 anni. Tuttavia, a gettare acqua sul fuoco dei migliori auspici, è intervenuto, recentemente, uno studio che ha segnalato come sia, invece, in corso un rallentamento delle durate esistenziali, che riguarda anche i paesi tradizionalmente più longevi. La ricerca è quella che un gruppo di studiosi della Chicago University ha pubblicato sulla rivista “Nature Aging”, prendendo la spunto dalle morti riscontrate, negli ultimi vent’anni, in alcune aree del Pianeta conosciute per essere quelle in cui si diventa mediamente molto vecchi: e stiamo parlando di Giappone, Corea del Sud, Spagna, Svezia e Italia. L’analisi è stata, quindi, condotta esaminando il periodo compreso tra il 1990 e il 2019, in modo da evitare gli anni successivi alla pandemia, che avrebbero rischiato di alterare l’affidabilità delle stime: ebbene, ne è venuto fuori che il tasso di miglioramento nell’aspettativa di vita nel periodo 2010-2019 si è chiaramente ridotto rispetto a quello osservato tra il 1990 e il 2000. Pertanto, secondo i ricercatori statunitensi, i bambini nati a partire dal 2010 hanno – contrariamente a quanto ci saremmo potuti aspettare – una probabilità piuttosto bassa di diventare centenari: dell’1,8 % per i maschi e del 5,1 % per le donne. La possibilità più alta è a Hong Kong dove, per le donne, si arriva addirittura al 12,8 %.
Esistono, dunque, dei limiti fisiologici che impedirebbero all’organismo umano di invecchiare oltre una certa misura.
Di conseguenza – sempre ammesso che la ricerca in questione dica il vero – per l’umanità viene a cadere la prospettiva di poter assistere a quel prolungamento indefinito della propria esistenza che, se da un lato le offriva la speranza di poter vivere e conoscere le cose del futuro il più a lungo possibile, dall’altro la metteva, probabilmente, anche nell’incertezza di venirsi un giorno a trovare in un mondo in cui quelle stesse cose avrebbero potuto apparirle incomprensibili, se non addirittura spaventose. E anche a noi è venuto da pensare che la consapevolezza di avere raggiunto un limite di sopravvivenza – oltre il quale non sia più possibile andare – possa magari ricondurci, positivamente, ad uno stato di maggiore (anche se rassegnata) serenità, tale da ridimensionare la portata di certe ansie e frenesie legate all’attesa di un futuro che si delinea come sempre meno prevedibile.
Anche se – e ne siamo ben consci – un conto è ragionare in astratto ed un altro è trovarsi davvero di fronte alla prospettiva di non esserci mai più…

E a voi, amici ascoltatori, un pensierino al traguardo del centesimo compleanno ogni tanto vi capita di farlo?

Credits Foto: Agenzia Fotogramma

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Scritto da: Giornale Radio

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