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A cura di Ferruccio Bovio
Esattamente tre anni fa, Putin iniziava quella che – nelle sue errate aspettative – avrebbe dovuto risultare una rapidissima cavalcata trionfale verso Kiev, da concludersi con la creazione di uno stato fantoccio (simil Bielorussia) e la destituzione – o, perché no – l’eliminazione fisica di Zelensky. Peccato però, che i soldati inviati dall’autocrate di Mosca abbiano dovuto comprendere, fin dai primi spari, che le divise da parata militare – che si erano illusoriamente portati in valigia – avrebbero fatto meglio a lasciarle, prudentemente, nella naftalina degli armadi di casa…. Autorevoli fonti americane rivelano, infatti, come, in 36 mesi di guerra, circa seicentomila giovani russi abbiano perso la vita sul campo di battaglia o siano, comunque, rimasti gravemente feriti. L’esercito di Putin – al novembre 2024 – registrava, inoltre, la perdita di 369 aerei, 329 elicotteri e 8.000 carri armati: e tutto questo immenso tributo di sangue e di denaro per doversi poi, in fondo, accontentare dello striminzito risultato di giungere ad occupare solamente il 16% del territorio ucraino. Adesso, si legge che, da un momento all’altro (forse anche oggi stesso), il Cremlino potrebbe persino proclamare “urbi et orbi” la sua “vittoria totale”, sorvolando, naturalmente, sul fatto che si tratterebbe di un successo ottenuto, essenzialmente, grazie al decisivo – e per molti di noi – sorprendente contributo fornitogli dal penoso volta faccia ostentato, in queste ore e senza pudore, dall’Amministrazione Trump.
Non è, infatti, la Russia a prevalere – nonostante le migliaia di missili lanciati sulle città ucraine – ma è, invece, l’Ucraina a dover rinunciare a proseguire nella sua strenua resistenza all’aggressione subita, semplicemente perché la Casa Bianca, chiudendole il rubinetto dei suoi rifornimenti, ha deciso così. Francamente, ci pare che l’atteggiamento assunto dagli Stati Uniti sulla vicenda ucraina sia non soltanto politicamente irresponsabile, ma anche moralmente ispirato da una forma di cinismo assolutamente inaccettabile. Davvero l’inadeguato palazzinaro newyorkese crede che, con centinaia di migliaia di morti, di mutilati, di sfollati e di bambini deportati chissà dove, gli Ucraini se ne staranno delle delle polpette avvelenate che lui – in beata concordia col suo sodale di Mosca – cercherà di far loro ingurgitare? No, signor Trump, prima o poi anche lei capirà che è dai tempi di Hitler che in Europa abbiamo smesso di pensare che le guerre possano concludersi con l’umiliazione di chi è stato aggredito. Ne tenga debitamente conto, prima di dover, suo malgrado, scoprire che l’Ucraina, da convinto ed affidabile alleato di Washington, si è trasformato – proprio per la faciloneria dei suoi approcci – in una incontrollabile polveriera di terrorismo irredentista. E voi, amici ascoltatori, cosa ne pensate? Esiste concretamente – a vostro parere – il rischio che una soluzione iniqua ed affrettata del conflitto ucraino possa dare origine ad un radicato ed avvelenatissimo movimento di guerriglia nazionalista?
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
24 Febbraio 2025
Scritto da: Redazione
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