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A cura di Ferruccio Bovio
Una sentenza del TAR della Liguria rischia di provocare un autentico terremoto televisivo cancellando, inaspettatamente, una delle tradizioni nazional popolari alle quali gli Italiani sono maggiormente affezionati: e stiamo parlando del classicissimo abbinamento tra Festival di Sanremo e RAI. Infatti, secondo i giudici del Tribunale amministrativo, l’assegnazione diretta – da parte del Comune di Sanremo – del Festival della canzone italiana all’Emittente di Stato è illegittima e, di conseguenza, a partire dall’edizione del 2026, si renderà necessario indire una gara – tra i vari operatori radio televisivi interessati – per stabilire a chi spetterà il compito di organizzare e di trasmettere il più seguito evento musicale italiano. Per quanto riguarda l’ormai imminente appuntamento del 2025, il TAR riconosce che, considerati i tempi necessari per predisporre gli atti di una gara e per dare inizio allo svolgimento della stessa, spetterà ancora, per un’ultima volta, alla RAI l’esclusiva del Festival, ma, dal prossimo anno, sarà punto a capo e cambio di radicale di procedure.
Per parte nostra, non intendiamo certamente avventurarci in delicate disquisizioni giuridiche che non ci competono e che, probabilmente, neanche ci interessano: tuttavia, non possiamo fare a meno di rivelare un certo stupore nel veder mettere in discussione un legame che, francamente, avevamo sempre dato per scontato e naturale. Un rapporto talmente radicato da poter essere considerato come, sostanzialmente, inscindibile. E in effetti, il primo Sanremo (quello cioè del 1951) precede addirittura la nascita della televisione in Italia, ma – fin da subito – per il suo successo, si rivela decisivo l’apporto fornitogli proprio dalla RAI che, al momento, è ancora ovviamente soltanto radio, ma che rappresenta, pur sempre, il principale canale di diffusione di notizie, musiche e cronache sportive. Le canzoni vincitrici dei primi due anni non ancora “televisivi” sono “Grazie dei Fiori” e “Vola colomba”, entrambe interpretate da Nilla Pizzi: e se consideriamo quanto siano rimaste, se non apprezzate, almeno conosciute a livello intergenerazionale, possiamo ben comprendere l’importanza dell’impulso iniziale che la RAI diede a Sanremo per il suo lancio definitivo. Non ci pare, quindi, azzardato affermare che, praticamente, RAI e Festival, sin dai loro primi passi, sono cresciuti in maniera quasi simbiotica.
Adesso però, alla luce della pronuncia della scorsa settimana, si potranno aprire nuovi scenari, fino a ieri del tutto imprevedibili. Ad esempio, la Rai potrà virare sulla creazione di un proprio festival della canzone italiana: magari da organizzare altrove, dicendo addio al mitico Teatro Ariston e lasciando così il marchio “Sanremo” alla gestione di chi riuscirà ad aggiudicarsi la gara di assegnazione indetta dal Comune rivierasco… L’Italia può, dunque, adesso andare incontro all’avvento di due grandi e distinte manifestazioni canore, in chiara concorrenza tra di loro. E forse, se a trarne guadagno potrà pure essere la qualità dell’offerta musicale complessiva, a farlo certamente saranno invece – oltre alla stessa RAI – anche i network concorrenti (come Warner o Mediaset), visto che si tratta di manifestazioni che comportano, sistematicamente, ritorni di straordinaria importanza, sia in termini di raccolta pubblicitaria, che di prestigio generale. E voi, amici ascoltatori, pensate che questa svolta imposta dal TAR della Liguria favorirà la produzione di eventi musicali sempre più innovativi e coinvolgenti?
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
09 Dicembre 2024
Scritto da: Giornale Radio
Il Timone di Daniele Biacchessi è il punto pomeridiano sulle principali notizie della giornata: ospiti di primo piano, commenti, analisi, anticipazioni. Narrato dal direttore editoriale di Giornale Radio.
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