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L'opinione

Un ergastolo che avremmo potuto evitare

today16 Maggio 2024

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A cura di Ferruccio Bovio

Non capita spesso di assistere ad una condanna all’ergastolo che non sia accompagnata anche da un minimo – non diciamo di solidarietà – ma almeno di comprensione umana nei confronti di chi dovrà scontare il carcere a vita. In genere, soprattutto tra i parenti e gli amici, c’è sempre qualcuno che cerca di tratteggiarne un profilo meno inquietante di quello evidenziato, invece, dalla sentenza. Ci lasciano, pertanto, abbastanza sorpresi l’indifferenza o addirittura il compiacimento mostrati, alla lettura del verdetto, dalla madre, dalla sorella e dalla nonna di Alessia Pifferi, la donna che ha, irresponsabilmente, lasciato morire di stenti la figlia di soli 18 mesi, per andare a trascorrere sei giorni in compagnia del partner da lei allora frequentato.

Certo, ci paiono eccessivamente (o forse anche sfacciatamente) elusive le parole dell’avvocato della difesa che, chiedendo innanzitutto l’assoluzione per la sua assistita, ha poi accennato, in subordine, al massimo ad una eventuale condanna per “abbandono di minore”…Tuttavia, ci domandiamo anche se veramente questa madre ormai da tutti, comprensibilmente, considerata “snaturata”, sia in realtà la sola responsabile di quanto accaduto alla sua sventurata bambina. Lasciamo, per una volta, da parte tutte le argomentazioni che, solitamente, si tirano in ballo per giustificare, in qualche modo, l’operato del condannato, rievocandone l’infanzia vissuta in un contesto familiare violento e disagiato… Tutte circostanze che, indubbiamente, sul piano umano assumono una rilevanza indiscutibile, ma che su quello giuridico  devono, al contrario, incidere in minor misura, dal momento che, purtroppo, ogni società, per funzionare normalmente, ha bisogno sia di assoluzioni, che di condanne. Proviamo, pertanto, a portare, invece, la nostra attenzione sull’atteggiamento tenuto – nell’anno e mezzo vissuto dalla povera bambina – dalle persone che erano perfettamente a conoscenza del malsano ambiente in cui, per sua somma sfortuna, le era capitato di nascere. Possibile che parenti, amici, nemici, conoscenti o vicini di casa non si fossero mai accorti di niente? Possibile che a nessuno fosse venuto in mente di passare a dare una controllata in quell’appartamento in cui una piccola vita si stava spegnendo come una candela? Era così difficile o faticoso fare una segnalazione – magari anche anonima – alla polizia Municipale, ai Carabinieri o ai servizi sociali?

Sembrerebbe proprio di si…D’altra parte, quanti sono i casi disperati che ci sfiorano, ma dei quali ci disinteressiamo perché “non abbiamo tempo” oppure perché “tanto ci penserà qualcun altro”?

In conclusione, pensate anche voi che Alessia Pifferi sia più che altro l’esecutrice materiale di un delitto il cui mandante si chiama menefreghismo?

Risultati del sondaggio sui nostri social:

Alla domanda, il 50% di voi ha risposto SI, mentre il 50% ha risposto NO. Grazie per aver partecipato al sondaggio di Giornale Radio, continua a votare con noi! Giornale Radio conta su di te.

16 Maggio 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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