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Oggi, 1 marzo, si celebra la Giornata Mondiale contro le discriminazioni, in tutte le forme in cui queste si possano manifestare.
Purtroppo, non sempre si tratta di violazioni dei diritti umani facilmente individuabili, anche perché, troppo spesso, non ne viene fatta una puntuale denuncia. Si va così dalle discriminazioni dovute all’età, al sesso, allo stato di salute, all’appartenenza etnica o alla religione, per arrivare fino all’orientamento politico.
Combattere le discriminazioni significa, innanzitutto, eliminare i pregiudizi che si collocano sistematicamente alle loro origini e che conducono, quasi inevitabilmente, a forme di violenza verbale, psicologica o addirittura fisica.
La discriminazione costituisce un serio impedimento alla libera affermazione della personalità umana, limitandone lo sviluppo delle capacità e, di riflesso, il diritto all’istruzione, al lavoro, ai servizi forniti dallo Stato, con conseguenze negative sia a livello individuale, che sociale. Più che mai ci appare, quindi, ben saldo, nella sua inossidabile attualità, l’art. 3 della nostra Costituzione che garantisce a tutti i cittadini pari dignità sociale ed eguaglianza davanti alla legge, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e che assegna allo Stato anche il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per parte nostra, in questa prima giornata di marzo, ci soffermiamo a riflettere su una delle forme discriminatorie più odiose: e stiamo parlando del dilagante fenomeno del bullismo tra i giovanissimi. Un tipo di prevaricazione sempre meno facile da prevenire e che chiama direttamente in causa il mondo della scuola, impegnandolo ad agire efficacemente per estirpare quel morbo (talvolta letale), che minaccia la serenità esistenziale dei nostri ragazzi. È, pertanto, quanto mai urgente e necessario educare, fin dall’età scolare, contro ogni tipo di discriminazione, favorendo, invece, il rispetto delle differenze. Si fa abbastanza in questo senso? Pur apprezzando l’encomiabile impegno profuso da tanti presidi, insegnanti ed educatori, ci pare che la situazione stia loro sfuggendo sempre più di mano, lasciandoli – immaginiamo noi – in una frustrante condizione di rassegnazione e di impotenza. Lo pensate anche voi?
Risultati del sondaggio sui nostri social:
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01 Marzo 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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