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Sono arrivati tre provvedimenti di sospensione dal lavoro e dallo stipendio per tre orchestrali che, lo scorso gennaio, avevano criticato la direzione espressa da Beatrice Venezi sul podio del Teatro Garibaldi di Palermo. La Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana ha, infatti, deciso di sanzionare i suoi “indisciplinati” musicisti per avere dichiarato pubblicamente che la Venezi non sarebbe stata all’altezza del compito affidatole e che sarebbe stato, quindi, addirittura meglio suonare senza di lei, essendo i suoi gesti incoerenti con l’esecuzione musicale.
Fin da subito, la Fondazione ha censurato queste affermazioni ed anche i sindacati dello spettacolo hanno preso posizione a favore della 34enne direttrice toscana (che, come è noto, ci tiene ad essere chiamata “direttore”), spiegando che la procedura affida alle prime parti, dopo aver parlato con tutta l’orchestra, l’eventuale diritto di protestare il direttore.
In particolare, la sovraintendenza del Garibaldi ha giudicato le dichiarazioni rilasciate dai tre strumentisti come lesive della buona immagine del Teatro. E, a onor del vero, va pure precisato che anche le prime parti dell’Orchestra Sinfonica, attraverso una nota ufficiale, avevano immediatamente preso “le distanze dalle affermazioni rese a titolo personale dai colleghi perché non corrispondenti alla realtà dei fatti”. Inutile dire che qualcuno non ha perso tempo ad insinuare che le critiche avanzate nei confronti della Venezi fossero, essenzialmente, di natura politica, vista la sua vicinanza al ministro Sangiuliano (di cui è consulente musicale) e le sue tradizioni familiari che guardano decisamente a destra. Tuttavia, i tre contestatori hanno voluto chiarire e ribadire che – almeno nel loro caso – la politica e il fascismo non c’entravano assolutamente nulla, poiché, purtroppo, è, invece, la Venezi a “non saper proprio dirigere”.
Per parte sua, la diretta interessata ha liquidato l’imbarazzante situazione, ricordando come, in fondo, le polemiche l’abbiano sempre accompagnata e come, di conseguenza, il parere negativo di tre professori d’orchestra (da lei definiti “pecore nere”) su 85, la lasciasse sostanzialmente indifferente. Certo, ha aggiunto la Venezi, le critiche possono sempre essere legittime, anche se, questa volta, i toni usati nei suoi confronti hanno rivelato acredine, misoginia e pregiudizi di matrice ideologica.
Ma a non pensarla come lei ci sono, comunque, due senatori 5 Stelle che, a proposito delle sospensioni inflitte dalla Fondazione, parlano di un “provvedimento scandaloso”, che dimostra “la concezione ignobile della cultura che esprime questo governo: e le istituzioni culturali non meritano tutto questo”.
Pertanto, a prescindere dalle reali intenzioni dei protagonisti di questa strana vicenda, la politica potrebbe risultarle tutt’altro che estranea….
Due grandi Maestri della direzione orchestrale come Claudio Abbado e Carlo Maria Giulini non fecero mai mistero del loro orientamento politico a sinistra e a nessuno venne mai in mente di contestarli sul piano professionale. A voi non viene, quindi, il dubbio che se Beatrice Venezi fosse un’artista politicamente meno scomoda, le sue doti (o i suoi limiti) musicali verrebbero analizzati con maggiore serenità?
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Credits Foto: Billboard
27 Marzo 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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