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A cura di Ferruccio Bovio
Spesso, in Occidente, si tende a parlare di un “popolo siriano”, come se si trattasse di un gruppo nazionale omogeneo. In realtà, la popolazione che vive nel territorio siriano è assai variegata, essendo composta, in larga misura, da cittadini arabi di fede sunnita, ai quali vanno ad aggiungersi due minoranze piuttosto rilevanti ( e cioè, un 12 % di arabi appartenenti alla setta sciita degli Alawiti ed un ulteriore 9% di Curdi). La componente cristiana del Paese, almeno fino a una decina di anni fa, raggiungeva, invece, la percentuale del 10%, ma è, comunque, sempre stata decisamente frazionata al suo interno, tra una pluralità di confessioni (cristiani arabi, assiri e armeni), cui si sono, storicamente, sommati anche i cespugli di altri gruppi etno-religiosi come i Drusi, i Turkmeni e i Circassi.
Per secoli provincia dell’Impero Ottomano, la Siria, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, finisce sotto il controllo della Francia fino al 1946, quando ottiene la sua piena indipendenza ed inizia per lei un lungo periodo di gravi instabilità e di scontri militari, soprattutto tra le componenti sunnite e quelle alawite. A porre temporaneamente un freno a tutto questo stato stato di cose, sarà un golpe guidato, nel 1970, dal generale Hafez Assad (padre dell’odierno presidente appena fuggito a Mosca) che imporrà, attraverso una ferrea dittatura, il completo controllo della minoranza alawita sull’intera nazione: il tutto, a scapito della maggioranza sunnita che, tra l’altro, sarà sovente oggetto di spietate repressioni, come quella che, nel 1982 , nella sola città di Hama, lascerà sul campo oltre ventimila vittime.
La Siria è, dunque, sempre stata – ed è tuttora – un terreno di scontro che ha origini molto lontane. È difficile, quindi, pensare oggi a un popolo siriano che, finalmente, trova il coraggio e le energie per ribellarsi – come fosse un solo uomo – agli oltre cinquant’anni della tirannia degli Assad….Molto meglio, per non ricevere poi sgradevolissime sorprese, considerare che, anche quello che sta avvenendo in queste ore, altro non è se non una delle tante fasi dell’atavico conflitto tra Islam sciita e Islam sunnita. Speriamo, naturalmente di sbagliarci, ma riteniamo più che probabile che ad emergere dalla dissoluzione del regime di Assad, non sarà tanto una struttura statale unitaria, quanto, invece, il sorgere, su tutto l’attuale territorio siriano, di una complessa serie di aree tribali militarizzate e costantemente ostili fra di loro. Del resto, anche la Libia del dopo Gheddafi ci ha insegnato qualcosa…
Credits Foto: Agenzia Fotogramma
12 Dicembre 2024
Scritto da: Giornale Radio
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