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La guerra del gas

today5 Gennaio 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

Volodymyr Zelensky dichiara che lo stop al transito del gas russo attraverso l’Ucraina rappresenta, senza dubbio, una importantissima vittoria sia per il suo Paese, che per quelli che, fino ad oggi, lo hanno sostenuto nell’opporsi all’invasione russa. Il presidente ucraino fa, infatti, notare che, quando Putin salì al potere 25 anni fa, “il pompaggio annuale di gas dall’ Ucraina verso l’Europa era di oltre 130 miliardi di metri cubi. Oggi il transito del gas russo è pari a 0”. E questa, sempre secondo il leader di Kiev, “è una delle più grandi sconfitte di Mosca”.

Tuttavia, se, indubbiamente, qualche grosso problema al Cremlino ed al gigante energetico Gazprom questa scelta del governo Zelensky lo sta sicuramente creando, non è neanche detto che, per noi Europei, sia proprio il caso di affrettarci a stappare le nostre bottiglie migliori per brindare a questo evento così rivoluzionario nel campo delle forniture energetiche… Ad esempio, il fatto solo che la quotazione del gas sul mercato di Amsterdam registri, da tempo, dei lievi aumenti quotidiani, qualche dubbio sulle ricadute più immediate – riguardo almeno ai costi delle nostre bollette di luce e gas – sarebbe forse opportuno cominciare a nutrirlo…Certamente, Zelensky dice il vero quando sottolinea come, da ora in poi, al Cremlino verrà sicuramente a mancare uno dei principali canali di arricchimento,  tramite i quali non solo ha finanziato, da tre anni a questa parte, la cosiddetta “operazione militare speciale”, ma ha pure potuto condizionare, per quasi un trentennio,  i rapporti con i Paesi dell’Unione Europea, creando, talvolta, anche a delle vere e proprie dipendenze di natura economica ed energetica. Viene, quindi, ora a mancare, nella cassetta degli attrezzi di Putin, un grimaldello molto efficace e di cui il piccolo zar si è a lungo servito per penetrare nei palazzi del potere del Vecchio Continente, da Roma a Berlino.

Per parte sua, Bruxelles si è però detta sicura di non rimanere con i caloriferi spenti e gli impianti industriali in panne, potendo oggi contare su alcune fonti di approvvigionamento alternative rispetto a quelle di Mosca, per altro ormai già ridotte ai minimi termini. Ciò nonostante, come si è accennato, sul mercato di riferimento per l’Europa (e cioè, quello di Amsterdam), il prezzo del gas ha ultimamente varcato la soglia dei 50 euro per megawattora: che, sia chiaro, non sono più i 135 del dicembre 2023, ma fanno lo stesso squillare un campanello di allarme che sarebbe bene non prendere troppo alla leggera….

Invece, sul piano più strettamente politico, Kiev, assumendo questa decisione, lancia  comunque un segnale molto chiaro non solo a Putin, ma anche a Trump ed agli Europei, circa il fatto che la resistenza ucraina è ancora assolutamente determinata ad andare avanti: anche a costo di danneggiare gli interessi economici di qualche suo alleato continentale.

Credits Foto: Agenzia Fotogramma

05 Gennaio 2025

Scritto da: Giornale Radio

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