Il Corsivo

Una riflessione sul caso Pieroni

today13 Giugno 2025

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A cura di Ferruccio Bovio

La morte assistita dello scrittore e musicista, Daniele Pieroni, resa possibile da una legge della regione Toscana attualmente impugnata dal Governo presso la Corte Costituzionale, invita a riflettere su una questione che in Italia, nonostante la sua particolare delicatezza, sul piano legislativo resta ancora, inspiegabilmente, affidata al caso e all’improvvisazione. Di fatto, appare piuttosto evidente come da noi si possa morire, in una maniera o nell’altra, a seconda della regione in cui si risiede… Pieroni, ad esempio, era nato in Abruzzo e se non si fosse trasferito da anni in provincia di Siena, per nessun motivo avrebbe potuto fruire altrove di una opportunità analoga a quella offertagli dalla Toscana. Ci chiediamo come sia possibile che una materia che, in fondo, proprio per la sua indiscutibile trasversalità – ci si ammala e si muore, infatti, sia a destra, che a sinistra – dovrebbe essere regolata da una legge dello Stato, sia rimasta invece, fino ad oggi, disciplinata in ordine sparso su tutto il territorio nazionale…quasi come se si trattasse di un problema da inserire nell’ambito di quella “autonomia differenziata”, di cui si è tanto discusso lo scorso anno. E’ vero che in tema di sanità le Regioni dispongono di poteri molto ampi, ma quello di legiferare sul suicidio assistito, almeno a nostro avviso, dovrebbe esulare da questi.

Tuttavia, per il momento, non possiamo fare altro che prendere atto del fatto che, sebbene più volte sollecitato dalla Consulta ad intervenire attraverso una normativa nazionale, il nostro Parlamento ha finora colpevolmente evitato di farlo. I partiti stentano, evidentemente, a trovare un’intesa, incapaci di individuare quale sia il modello di fine vita meno divisivo da adottare: quello più radicale che considera il suicidio assistito come un diritto assolutamente acquisito, oppure quello preferito dalle forze politiche e culturali più conservatrici che lo ammetterebbero solo in casi eccezionali? Sono, purtroppo, ormai passati sei anni e quattro governi dal giorno in cui, per la prima volta, la Corte ha chiesto a Camera e Senato di dare certezze e chiarezza agli Italiani, a prescindere dai loro luoghi di residenza. Nel frattempo, al problema irrisolto del fine vita, nei nostri ospedali, viene spesso concretamente data una risposta dai tanti medici che – mossi a compassione dinanzi a certe situazioni irreversibili – ricorrono al metodo della sedazione profonda, intesa come uso di farmaci che inducono all’ incoscienza fino a che non sopraggiunga la morte. Sappiamo che il prossimo 17 luglio, a colmare questo logorante vuoto legislativo, dovrebbe, finalmente, arrivare in Senato una proposta unitaria da parte della maggioranza: speriamo bene…

Credits Foto: freepik

13 Giugno 2025

Scritto da: Redazione


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