Il superbonus agita la maggioranza. Forza Italia chiede modifiche in Parlamento. Perplessità anche da Fdl e Lega. Giorgetti vuole tenere i conti a posto

La nuova stretta sul superbonus con le maxi sanzioni antifrode per chi non invia i dati, approvata martedì sera dal Consiglio dei ministri, agita la maggioranza. Il nodo centrale riguarda lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura per gli interventi nelle zone terremotate. Il confronto tra la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetto è proseguito fino all’ultimo minuto. Il Mef propone di tutelare solo le prime case entro una soglia di reddito. Fratelli d’Italia spinge per aumentare il contributo a tutti i lavori. Perplessità permangono anche nella Lega, mentre Forza Italia chiede modifiche in Parlamento. Il Superbonus della discordia genera nuovi screzi anche tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta pronto ad essere rimosso dal suo incarico. Giorgetti è furibondo per quella che ritiene essere stata l’ennesima sottovalutazione sugli extracosti dei bonus edilizi. Il terremoto al Tesoro giunge dopo la diffusione degli ultimi dati sull’impatto della misura per i conti pubblici. Senza l’ennesima stretta, i conti rischiavano di sballare di altri 30 miliardi, e Giorgetti, attento ai conti pubblici, accusa Mazzotta di aver sottostimato la spesa. Prima di procedere al cambio bisogna trovare un posto di prim’ordine al Ragioniere che ha ancora un mandato di 20 mesi, fino a gennaio 2026, e cinque anni prima della pensione. Un ruolo in linea con il profilo da super tecnico che gli ha permesso di guidare le strutture della Ragioneria dal maggio 2019.