In Sardegna, Todde vince contro Truzzu. Schlein: cambia il vento. Conte: giornata indimenticabile. Meloni accusa la Lega per il voto disgiunto

In Sardegna, la candidata di Pd e M5s Alessandra Todde batte Paolo Truzzu del centrodestra e diventa la prima presidente donna della Regione. Partita in vantaggio nelle prime ore dello spoglio delle schede, Todde era stata sorpassata da Truzzu, ma i dati delle grandi città che la vedevano in testa non apparivano nel conteggio dei dati ufficiali del sito della Regione Sardegna. Cagliari, Sassari, Nuoro, Porto Torres, Quartu vanno al centrosinistra. Olbia, Oristano, Alghero al centrodestra. Al termine finisce 45,3% per Todde e 45% per Truzzu, circa tremila voti di differenza. “Una pagina storica per la Sardegna. Sono felice e orgogliosa”, dice Alessandra Todde. “Cambia il vento”, annuncia Elly Schlein segretaria del Pd. “E’ una giornata indimenticabile. I sardi hanno aperto la porta all’alternativa”, sostiene Giuseppe Conte del M5s. “La Sardegna indica che la strada imboccata tra mille difficoltà nel settembre 2019 era quella giusta. Ora va percorsa con convinzione e generosità”, afferma Dario Franceschini. La premier Giorgia Meloni accusa la Lega di Matteo Salvini di aver organizzato il voto disgiunto.  Polemiche sui ritardi dello scrutinio. La vittoria di Alessandra è arrivata dopo uno spoglio di una lentezza scandalosa, non degna di una democrazia moderna. Ci sono voluti quasi ventiquattro ore in una regione con 757 mila votanti. Un ritardo che ha autorizzato molti sospetti. Lo staff di Alessandra Todde ha contestato l’arrivo di dati a rilento “dove il centrosinistra è in vantaggio”, mentre i vertici del servizio elettorale della Regione ribattono: “Il sistema informatico della Regione funziona perfettamente, se i dati vengono caricati dai comuni, e vengono caricati correttamente, sono immediatamente evidenti”.