ì
“Aspettando Bruxelles”. L’Europa al voto: come, quando, dove? Conduzione di Francesco Massardo
A cura di Francesco Massardo
Tra il sei e il 9 giugno i cittadini dell’Unione Europea si recheranno alle urne per eleggere il Parlamento Europeo, l’unico Parlamento eletto direttamente da persone di più paesi.
Si tratta dell’appuntamento democratico più ampio al mondo, sebbene le regole elettorali siano stabilite da ciascuno Stato membro dell’unione con l’unico ancoraggio comune fissato nella rappresentanza proporzionale.
L’età minima per votare varia dai 16 anni di Belgio, Germania, Malta e Austria ai 17 in Grecia e 18 in tutti gli altri paesi dell’Unione Europea. In Belgio, Bulgaria, Grecia e Lussemburgo il voto è obbligatorio.
Il maggior numero di elettori si registra in Germania, il paese più popoloso dell’unione (64,9 milioni cittadini chiamati alle urne) seguita dalla Francia e dall’Italia; il più basso si registra invece a Malta con 0,4 milioni, Lussemburgo e Cipro. Quest’anno voteranno per la prima volta circa 21 milioni di persone.
Con queste elezioni saranno eletti al Parlamento Europeo con un mandato di 5 anni un totale di 720 membri: il numero è aumentato di 15 parlamentari a causa degli aggiustamenti dovuti al ritiro del Regno Unito dall’Unione Europea e ai cambiamenti demografici.
Dal 1979 il Parlamento europeo viene eletto direttamente dai cittadini ogni 5 anni: l’appuntamento con le europee così diventata l’occasione per tastare il polso della partecipazione attiva dei cittadini e per promuovere decine di iniziative comunitarie, come ci ricorda Gaia Manco, responsabile engagement dell’unità di comunicazione web del Parlamento europeo.
“Ho cominciato a lavorare con quello che chiamiamo citizen engagement, quindi la mobilitazione dei cittadini: non solo diamo delle informazioni ma chiediamo ai cittadini di fare qualcosa, di diventare quasi volontari per il Parlamento. Da questo, la campagna si è trasformata in un impegno dei cittadini con il Parlamento europeo di lungo termine, non solo per la campagna, con quel progetto che si chiama insieme-per EU o together-to EU e questo è sicuramente il successo di cui sono più fiera perché ci sono centinaia di migliaia di cittadini che si sono trasformati in attivisti per la democrazia in Europa; cittadini di ogni età che si trovano insieme indipendentemente dalle loro idee politiche, ad esempio, ma che pensano che sia importante difendere e rafforzare la democrazia in Europa”.
Nel Parlamento Europeo i partiti nazionali si uniscono a gruppi europei con un’ideologia simile: attualmente sono 7 gruppi politici con il Partito Popolare Europeo, i Socialisti Democratici e i liberali di Renew Europe che costituiscono una maggioranza centrista. Secondo i sondaggi d’opinione, tuttavia, queste elezioni vedranno un aumento dei partiti di destra, ma non è ancora chiaro se ciò cambierà l’attuale maggioranza.
Rispetto alle elezioni di 5 anni fa, il mondo è cambiato: la pandemia, una crisi economica e due guerre, di cui una sul suolo europeo, scuotono le scuoteranno le prossime elezioni e così ai temi classici della campagna, quali la transizione ecologica e la gestione dei flussi migratori, si accompagnano le relazioni internazionali con Russia e Stati Uniti, il dialogo con il Medio Oriente e la difesa comunitaria.
“Le cose che sono cambiate in questi cinque anni sono tante, soprattutto ad esempio l’importanza della pace e della democrazia: lo abbiamo visto e lo vediamo nei sondaggi su quello che interessa ai cittadini, quali sono i valori europei che vogliono sostenere. Inoltre, vediamo appunto un interesse e un forte pericolo per la democrazia: si è capito che nel mondo la democrazia non è una cosa da dare per scontata e quindi vediamo veramente l’idea di votare come dare un contributo alla democrazia, come un aspetto fondamentale di questa campagna e non era a mio parere così forte 5 anni fa”.
Sebbene molti paesi, tra cui l’Italia, considerino queste elezioni una sorta di test interno, arrivando anche a candidare esponenti di spicco della politica nazionale pur sapendo che la loro partecipazione nel nuovo Parlamento sarebbe minima, le elezioni europee decideranno inevitabilmente molti aspetti sociali economici e politici dei prossimi 5 anni: la nomina della nuova Commissione Europea sarà dunque un banco di prova fondamentale per un continente nato da un’utopia di speranza, sorta dalle ceneri della seconda guerra mondiale e oggi chiamata una prova di forza e spirito nei complessi meccanismi di un mondo che si riscopre disunito, lacerato e per certi versi disilluso.