ì
play_arrow

ASPETTANDO BRUXELLES

“Aspettando Bruxelles”. Paesi baltici, Polonia, Finlandia e Svezia: al voto con la Russia nella testa

micConduzione di Francesco Massardotoday3 Giugno 2024 32 4

Sfondo
share close
  • cover play_arrow

    “Aspettando Bruxelles”. Paesi baltici, Polonia, Finlandia e Svezia: al voto con la Russia nella testa Conduzione di Francesco Massardo


A cura di Francesco Massardo

L’Unione Europea per come la conosciamo oggi è il frutto di un’idea per certi versi rivoluzionaria: creare un dialogo e una comunità laddove aveva sempre regnato la guerra. Dalla chiusura del sanguinoso fronte Franco-tedesco era così nata un’organizzazione politica che ha sempre messo la promozione della pace tra i suoi ideali costituenti. Le cose sono cambiate il 24 Febbraio 2022, con l’invasione russa dell’Ucraina: paese complesso, che dell’Unione Europea non faceva parte, ma che aveva conosciuto una forte spinta verso Bruxelles dopo i movimenti di piazza Maidan di fine 2013, quando, in protesta contro l’allora presidente filorusso Yanukovich, i giovani di Kiev avevano chiesto un avvicinamento ai valori e agli ideali europei.
Oltre 10 anni dopo, la Storia fa riscoprire all’Ucraina e all’Europa intera il gusto amaro della paura. Non nell’occidente, dove la questione ucraina si limita, per così dire, all’assenso o meno sull’invio di armi a Kiev, ma nei confini orientali dell’Unione, dove quattro paesi membri condividono un confine con l’Ucraina e altri quattro con la stessa Russia.
La campagna per le elezioni europee, soprattutto in questi paesi, non può dunque prescindere da un occhio di riguardo al Cremlino, come ci ricorda Mara Morini, docente all’università di Genova e tra le massime esperte di Russia in Italia.
L’invasione russa in Ucraina ha fomentato alcune istanze nazionaliste che magari erano solo esclusivamente di natura minoritaria, che però sta cercando anche a livello istituzionale di avere una rappresentanza e quindi il fatto di avere comunque un paese così grande come la Russia, che ha dimostrato di avere una postura aggressiva nei confronti dei propri vicini, ha sicuramente ridimensionato e posto l’attenzione alla questione della difesa e della sicurezza dei propri paesi”.
Svezia e Finlandia erano veri e propri baluardi della neutralità in Europa. Nonostante ciò, la scelta per entrambi i paesi nordici di entrare nella NATO ha chiaramente origine dai timori verso la Russia, con cui ad esempio la Finlandia condivide un lunghissimo confine terrestre. Una scelta che ha tuttavia visto un’unione di intenti tra tutte le forze politiche dei paesi, che alle prossime europee porteranno l’istanza della sicurezza a prescindere dal verdetto delle urne, che al momento vede in entrambi i casi un testa a testa tradizionale tra centrodestra centrosinistra, con il partito conservatore del premier finlandese Orbo e i socialdemocratici svedesi in leggero vantaggio.
È stata una decisione univoca, in parte anche soprattutto per il caso svedese, così come d’altronde anche per la Finlandia, anche se è chiaro che la Finlandia ha questo confine con la regione di San Pietroburgo e abbiamo avuto notizie anche recentemente di chiusura dei confini: ora, proprio in queste ore, si sta parlando di trovare invece una porta per accedere alla Russia, vista anche la quantità di russi che lavorano in Finlandia.
Però sicuramente è stato uno degli eventi storici più eclatanti, considerando la loro storia: è sicuramente anche una sconfitta tattica e strategica della Russia, perché, visto che si è sempre lamentata dell’espansione della NATO, è chiaro che due paesi come Svezia e Finlandia cambiano anche la questione della sicurezza per la Russia verso il nord
Se sul fronte del supporto all’Ucraina, come del resto alla Georgia, che sta vivendo mesi di profonde tensioni, l’Unione Europea si sia fin qui schierata compatta, resta da capire se la prossima Commissione sarà in grado di riprendere in mano le redini del gioco, con una Russia che, parola del ministro degli Esteri Lavrov “aspetterà generazioni prima di riaprire un dialogo”, e uno scudo americano, su cui si è forse fatto troppo affidamento, che potrebbe improvvisamente ritirarsi dalla scena.
Ovviamente non c’è nulla che giustifichi l’invasione russa in Ucraina e una postura di questo genere, però credo che chi conosce la storia sappia che se eventualmente errori sono stati commessi, sono stati commessi immediatamente dopo il crollo dell’Unione Sovietica quindi negli anni 90. Ed è lì l’imprinting su cui forse anche l’Europa stessa ha voluto seguire quelle che erano delle preoccupazioni della Presidenza americana e anche del Regno Unito, non pensando che in realtà è proprio il nostro continente che confina con la Russia, che forse avrebbe dovuto avere un atteggiamento quantomeno di ponte e di equilibrio tra l’istanza dell’ovest e dell’est. Però, appunto, ormai sono errori e spesso come ben sappiamo degli errori si pagano le conseguenze. Però ribadisco: questo non toglie che la postura di Putin ormai sia revisionista, aggressiva. Non credo che ci sia un punto di ritorno ad una maggiore rappacificazione, negoziazione o diplomazia nei nostri confronti


ASPETTANDO BRUXELLES

Rate it

GIORNALE RADIO

Giornale Radio, la radio libera di informare.

Notizie del giorno: notizie di cronaca, di politica,notizie dal mondo, notizie sportive, di economia, di salute e tecnologia. Notizie di oggi in radio streaming, in WEB TV e in podcast.

0%
Apri la chat
Scrivi alla redazione
Contatta il team di Giornale Radio
Partecipate allo sviluppo di Giornale Radio con i vostri commenti anche in audio. Inviateci le foto e segnalazioni di eventi e fatti da rendere pubblici attraverso i nostri canali, perché anche voi siete Giornale Radio!