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E’ appena stato raggiunto, a livello comunitario, l’accordo sulla controversa Direttiva europea riguardante la violenza di genere. Esiste, quindi, ora un testo ufficiale, anche se contestato da più parti (Italia compresa). Sulla norma si sono dovuti confrontare sia il Parlamento di Strasburgo, che il Consiglio d’Europa il quale, come è noto, rappresenta i singoli governi dell’Unione. I temi affrontati sono diversi e spaziano dalla mutilazione genitale femminile alla violenza online, ma non hanno, purtroppo, registrato una adeguata convergenza di opinioni proprio su quella che è forse la questione più scottante di tutta la materia: e vale adire, sul reato di stupro. Infatti, rispetto a quanto già richiesto da Parlamento e Commissione UE, il dibattito svoltosi al Consiglio per configurare le ipotesi di stupro, ha sorprendentemente respinto la definizione di “qualunque costrizione a un atto sessuale non consensuale”.
Scopo di questa Direttiva è quello di disciplinare, in modo omogeneo ed obbligatorio, gli illeciti connessi alla violenza di genere per ogni Paese membro. E dal momento che il reato di stupro non ha una definizione identica in ogni Stato dell’Unione Europea, la formula “qualunque costrizione sessuale non consensuale” era stata giudicata particolarmente importante sia da Strasburgo, che da Bruxelles.
Il Consiglio europeo, invece, si è inaspettatamente spaccato sulla decisione da prendere e così lo stupro, almeno per ora, non è stato incluso tra i reati previsti dalla direttiva. Paesi come Spagna, Italia, Svezia, Finlandia, Belgio e Polonia si sono espressi in favore della suddetta definizione del reato, mentre hanno votato clamorosamente contro la Francia e la Germania che hanno posto il loro veto.
La delusione italiana è stata espressa dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, che ha parlato di “una giornata triste per le politiche di genere e per i diritti” e di una “un’occasione persa di portata storica”. Evidentemente, sempre secondo Picerno, sul piano politico, nel Consiglio europeo “hanno prevalso alcuni interessi nazionali che affondano le radici in una cultura reazionaria, retrograda e retriva”.
Francamente, la decisione di Parigi e Berlino ci coglie davvero impreparati e ci lascia increduli. La cosa vale anche per voi?
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08 Febbraio 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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