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L'opinione

Il professor Canfora e la libertà di opinione

today29 Marzo 2024 796

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A cura di Ferruccio Bovio

Il prossimo 16 aprile il professor Luciano Canfora, insigne linguista e studioso dell’antica Grecia, dovrà comparire in tribunale, chiamato in causa da Giorgia Meloni, alla quale proprio non deve essere andata giù la definizione che l’anziano cattedratico – noto anche per le sue posizioni di estrema sinistra – diede di lei , due anni fa, rivolgendosi agli studenti del liceo Fermi di Bari. Nell’affrontare la posizione assunta dal nostro Paese nel conflitto che era appena scoppiato nel cuore dell’Europa, Canfora parlò della nostra premier come di una “neonazista nell’animo”, ben contenta di essersi schierata subito dalla parte dei nazisti ucraini…E da lì è partita la querela che, tra un paio di settimane, chiederà allo stesso Canfora di rispondere dei suoi impietosi giudizi. Certo, anche a noi pare un tantino azzardato considerare come un nipotino di Hitler chiunque non abbia preso per buona la vulgata messa in giro da Putin e dai suoi propagandisti…Comunque sia, va anche detto che, a favore del professore, si è subito formata una cortina di solidarietà – che comprende, tra gli altri, Anpi, CGIL, Arci e organizzazioni studentesche – secondo le quali, “il bersaglio ultimo dell’azione legale intrapresa dalla presidente del Consiglio Meloni è il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero e di opinione”. E qui, ci sarebbe, innanzitutto, da chiarire se dare del nazista a qualcuno sia veramente un insulto: intendiamo dire che il nazismo fu, quasi sicuramente, l’ideologia più orrenda e sanguinaria della storia occidentale, ma resta pur sempre – appunto – un’ideologia…nefasta, ma ideologia. Non sappiamo, quindi, se al posto della Meloni – tenuto anche conto del ruolo istituzionale che ricopre – avremmo reagito come lei: in fondo, non dobbiamo fare un grosso sforzo di memoria per ricordare come altri leaders di primo piano del passato – si pensi ad Andreotti, Craxi, Spadolini, Fanfani o Forlani – venissero sistematicamente perseguitati da accuse che andavano ben al di là della sfera politica, per sconfinare nell’associazione mafiosa, nella connivenza con lo stragismo (di destra o di sinistra), nella corruzione o nella malversazione. Eppure, si guardarono sempre dall’agire in sede penale…altrimenti, Giorgio Forattini, con le sue vignette, avrebbe dovuto passare tutta la sua esistenza, passando da un tribunale all’altro…

In conclusione, pur dissentendo  del tutto dall’opinione espressa in questo caso (e non solo in questo) da Luciano Canfora, siamo tuttavia portati a pensare che, sostanzialmente, si sia trattato di affermazioni che possono ancora rientrare nell’ambito di un focoso (ma legittimo) dibattito politico.

Lo credete anche voi?

Credits Foto: Antonio Pignato (CC BY-SA 4.0 DEED)

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29 Marzo 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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