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L'opinione

L’imprinting della famiglia

today15 Maggio 2024 1058

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A cura di Ferruccio Bovio

Oggi, mercoledì 15 maggio, si celebra la Giornata Mondiale della Famiglia: o meglio delle Famiglie, come da qualche anno ha iniziato a definirla l’ONU,  intendendo così includere, in questa ricorrenza, qualsiasi tipo di famiglia.

Le famiglie possono, infatti, assumere forme diverse, anche in base a differenti fattori culturali, sociali, economici e politici. Di conseguenza, è fondamentale che la società in generale le riconosca e le rispetti, facendo in modo che tutti i nuclei familiari abbiano accesso alle risorse e ai servizi che sono indispensabili  per vivere dignitosamente.

Da sempre, la famiglia svolge una funzione essenziale ai fini della trasmissione dei valori, delle tradizioni e delle conoscenze che vanno a vantaggio delle future generazioni: elemento, questo, di particolare rilevanza per garantire coesione sociale ed identità culturale. Di riflesso, la  famiglia rappresenta la base sulla quale, normalmente,  viene costruita la personalità dei singoli: a condizione, ovviamente, che venga messa nella condizione di poter fornire quel supporto affettivo e materiale che le consenta di presentarsi come un riparo sicuro sia per chi attraversa la fase della crescita e della maturazione e sia per chi è, invece, entrato in quella della decadenza fisica e psicologica. Purtroppo, per varie ragioni, non tutte le famiglie rispondono a questi requisiti e spesso sono in molte a dover affrontare angoscianti problemi che vanno dalla la povertà alla violenza domestica,  dai pregiudizi sociali alle discriminazioni di genere.

La Giornata del 15 maggio ci porta, pertanto, a fare una riflessione di carattere introspettivo: infatti, se oggi noi  siamo quello che siamo in virtù di quanto ci ha trasferito la nostra famiglia di origine, allora possiamo pure guardare al nostro presente come ad una realtà nella quale il nostro comportamento è, in larga misura,  predeterminato da quanto abbiamo assimilato nella casa in cui siamo nati… In altre parole, secondo voi, l’imprinting che ci viene dato nei primi anni della nostra vita può rappresentare – senza che neanche noi ce ne accorgiamo – una sorta di riflesso condizionato che rende molto meno autonome e consapevoli tutte le scelte  che forse ci illudiamo di poter fare liberamente?

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15 Maggio 2024

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Scritto da: Giornale Radio

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