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today15 Gennaio 2024
A cura di Ferruccio Bovio
Mentre restiamo ancora inorriditi dalle notizie che, negli ultimi due giorni, ci sono giunte da Palermo dove un cane è stato legato ad un albero e poi bruciato vivo e da Alberobello dove una ragazza ha annegato un gatto gettandolo in una fontana (e pubblicando poi il video della sua “bravata” con le parole “Ciao, beccati un po’ di notorietà”a commento), la deputata Michela Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell’ambiente, annunciava l’imminente inasprimento delle pene per chi maltratta o uccide un animale.
Il nuovo testo di legge, presentato dalla Brambilla e sul quale c’è un’ampia convergenza di tutte le forze politiche, modifica in più punti il codice penale e prevede il carcere nei casi più gravi: in particolare, vengono elevati i limiti della pena per il reato di uccisione, portandoli dagli attuali “da quattro mesi a due anni” a “da due a sei anni”, mentre per quello di maltrattamento si passa dagli attuali “ da tre a 18 mesi” a “da uno a cinque anni”, ai quali, inoltre, si aggiunge sempre una multa che può variare dai 5mila ai 30mila euro.
Aspetto culturalmente rilevante di questa iniziativa legislativa è anche la parte in cui si richiede la modifica del titolo IX-bis del secondo libro del Codice penale, sostituendo l’attuale formulazione “Dei delitti contro il sentimento per gli animali” con “Dei delitti contro gli animali”, intendendo così affermare che oggetto della tutela penale non è più l’essere umano ferito nei sentimenti che prova per un cane o per un gatto, ma è direttamente l’animale stesso. E’ chiaro, quindi, che il superamento di questa impostazione giuridica segna, senza dubbio, una tappa fondamentale verso un cambiamento culturale.
Tuttavia, in mancanza di riflessioni profonde che siano capaci di coinvolgere tutta la società, sappiamo che quasi mai il semplice inasprimento delle pene si è dimostrato efficace nel limitare la diffusione di certi reati. Pertanto, pur augurandoci con tutto il cuore che i provvedimenti voluti dalla Brambilla si rivelino altamente efficaci, riteniamo che sia, comunque, quanto mai urgente e necessario farli accompagnare anche da una adeguata campagna di sensibilizzazione per spiegare a tutti (e soprattutto ai giovani) che le sofferenze – siano esse materiali o morali – non fanno distinzioni tra una specie vivente ed un’altra.
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15 Gennaio 2024
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Scritto da: Giornale Radio
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